CARY, Henry Francis
Famoso traduttore inglese di Dante, nato a Gibilterra nel 1772. Fu educato a Rugby e ad Oxford. Il padre, ufficiale dell'esercito in ritiro, lo volle avviato alla carriera ecclesiastica; e dopo aver cambiato varie residenze quale prete anglicano, il C. si stabilì infine a Londra, dove venne nominato nel 1826 assistente bibliotecario al British Museum. Frequentò a Londra il circolo letterario di Coleridge e dei due Lamb, dei quali lui amicissimo. Nel 1837 concorse al posto di capo bibliotecario del British Museum, posto che venne invece dato ad Antonio Panizzi; per il che il C. si rammaricò, ritirandosi di lì a poco a vita privata. Morì nell'agosto 1844, e venne sepolto nell'abbazia di Westminster, presso la tomba di Samuel Johnson.
Il C. fu un appassionato studioso dei classici e delle lingue romanze; e soprattutto si dedicò alla difficile arte del tradurre, conquistando l'eccellenza nella sua traduzione della Divina Commedia. Pubblicò dapprima l'Inferno, col testo italiano, nel 1805; poi nel 1814 apparve l'intera Commedia, senza testo italiano, tradotta in verso sciolto inglese. Per alcuni anni l'impresa del C. rimase pressoché ignorata; ma nel 1818 una conferenza del Coleridge e un articolo di Ugo Foscolo sulla Edinburgh Review diedero grande e meritata fama all'opera sua. Si può dire che con il C. Dante entra a far parte del patrimonio spirituale inglese. L'atmosfera romantica del tempo favorì la comprensione di Dante, specie dell'Inferno; ma fu merito del C. d'esser riuscito a dare una versione che, anche se talora libera, raggiunge un valore poetico assai notevole, e soprattutto esprime la massima intensità spirituale compatibile in una traduzione. Anche oggi, dopo che oltre venti traduzioni complete di Dante si sono succedute in Inghilterra, quella del C. rimane la pietra angolare della cultura dantesca nel mondo inglese.