CLAY, Henry
Uomo politico nordamericano, nato il 12 aprile 1777 nella contea di Hanover (Virginia), morto a Washington il 22 giugno 1852. Emigrato giovanissimo nel Kentucky a cercarsi fortuna, divenne un avvocato celebre e un personaggio politico popolarissimo tra i piantatori della frontiera indiana; e nel 1811 fu eletto deputato alla Camera dei rappresentanti, dove entrò con quel gruppo di giovani nazionalisti, che volevano la guerra all'Inghilterra e un programma di conquiste. Essi lo riconobbero come loro capo e, per quanto non costituissero che una minoranza, riuscirono a determinare la sua elezione a presidente della Camera, e a creare una situazione politica che decise Madison alla guerra (1812). Chiamato, alla fine della guerra, a far parte della delegazione che conduceva a Gand i negoziati di pace, il C. sostenne e difese gl'interessi dell'espansionismo agrario del retroterra, in opposizione a quelli mercantili e costieri che Adams rappresentava. La pace non favorì la causa da lui difesa. Ritornato al Congresso propugnò il cosiddetto "sistema americano": sviluppo delle colonizzazioni e delle comunicazioni interne, protezionismo come fondamento d'un sistema americano autonomo e indipendente dall'Europa, difesa dell'Unione contro le tendenze disgregatrici del conflitto d'interessi tra Stati del Nord e Stati del Sud. La tariffa doganale del 1816 e quella del 1824 furono opera sua, ma poiché appunto egli intendeva il protezionismo come una forza unionista, quando (1832) la Carolina del Sud respinse la tariffa e rivelò le prime tendenze secessioniste, egli presentò una tariffa conciliativa che, nel suo pensiero, doveva riavvicinare gl'interessi agrarî e manifatturieri in conflitto. Così, benché antischiavista dichiarato, si pronunciò nel 1820 in favore del compromesso del Missouri e contro la politica abolizionistica nella quale vedeva la minaccia di una guerra civile.
Una profonda avversione personale lo divise da Jackson. Al tempo dell'impresa della Florida (1814) egli censurò la sua condotta e nelle elezioni del 1824 sostenne contro di lui Adams, del cui ministero fece parte (1825). Nelle elezioni presidenziali del 1832 gli oppositori di Jackson, allora organizzatisi come repubblicani nazionali, lo scelsero come loro candidato. Egli fu battuto e nel 1844, candidato contro Polk, fu di nuovo battuto. Ma tornò, nel 1849, al Congresso, e riuscì a far valere ancora la sua politica conciliatrice nella questione della schiavitù in una serie di misure passate alla storia con il nome di "compromesso del 1850".
Bibl.: F. J. Turner, The Rise of the New West, New York 1906; C. Schurz, Henry Clay, Boston 1887.