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JONES, Henry Arthur

di Salvatore Rosati - Enciclopedia Italiana (1933)
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JONES, Henry Arthur

Salvatore Rosati

Drammaturgo inglese, nato a Grandborough (Buckinghamshire) il 28 settembre 1851, morto a Hampstead il 7 gennaio 1929. Dopo aver esordito nel 1878 con Only round the Corner (rappresentato a Londra), scrisse nel 1882, in collaborazione con H. Herman, The Silver Ring, melodramma rappresentato con grande successo. Liberatosi così da preoccupazioni economiche, si volse a intenti più seriamente artistici e nel 1884 fece rappresentare il dramma Saints and Sinners che metteva in scena la vita della classe media inglese. I due drammi The Middleman (1889) e Judah (1890) consolidarono definitivamente la sua fama.

Come A. W. Pinero, il quale verso il 1890 era accanto a lui il più celebrato rappresentante del teatro inglese, il J. cominciò con l'imitazione dei Francesi. La sua opera è idealmente compresa tutta nella fine del sec. XIX: dopo la guerra mondiale egli non ha dato nulla d'importante e il meglio della sua produzione è incluso nel decennio 1890-1900. Secondo lo spirito del tempo, le sue opere esprimono il dramma delle convenzioni sociali, trattato talvolta sentimentalmente (e l'elemento sentimentale è quello più direttamente derivato da A. Dumas figlio), più spesso con spirito satirico, non esente però da un tono melodrammatico alla Sardou. Nel J., come nei suoi contemporanei, la visione della vita e quindi la psicologia sono convenzionali non meno del sentimento artistico: si rappresentano solo le classi più elevate della società; si dà importanza preponderante all'amore, limitandone però le situazioni a un ristretto numero, come il ménage à trois, la donna con un "passato", ecc. Letto uno di questi drammi, si conoscono un po' tutti. La differenza più notevole tra opera e opera e tra autore e autore sta nell'abilità tecnica, che raggiunge nel J. uno dei momenti di massimo sviluppo, con intrecci complicati nel cui svolgimento tutto è calcolato per l'equilibrio tra le parti dei personaggi, per la linea conchiusa di ogni atto, sino al finale del dramma con l'inevitabile presenza in scena di tutti i personaggi. Quasi a riprova della fondamentale artificialità, questa perizia scenica non rifugge tuttavia dai vecchi espedienti alla Scribe, con monologhi, battute a parte, lettere che arrivano in scena. ecc. Mentre, sotto l'influsso d' Ibsen, un nuovo teatro si veniva delineando con una più schietta visione della vita nelle opere di G.B. Shaw, il cui esordio risale circa al 1892, il J. rappresentò una tradizione che, mancante ormai di vitalità, rimase chiusa alle nuove correnti, paga della sua raggiunta abilità nella tecnica del teatro.

Opere: Oltre ai drammi citati, si ricordano come principali: The Dancing Girl (1891); The Case of Rebellious Susan (1894); Michael and his Lost Angel (1896); The Liars (1897); Mrs. Dane's Defence (1900); Dolly Rejorming Herself (1908); The Lie (1914); The Theatre of Ideas (1915). Interessanti per la storia letteraria i saggi e studî: The Renascence of the English Drama (Londra 1895); The Foundations of a National Drama (Londra 1913); My Dear Wells (Londra 1921). I suoi drammi sono stati ripubblicati in edizione uniforme a Londra, dal 1891.

Bibl.: D. A. Jones (figlia di H. A.), The Life and Letters of H. A. J., Londra 1930.

Vocabolario
henry
henry 〈hènri〉 s. m. [dal nome del fisico statunitense J. Henry (1797-1878)]. – In elettrologia, unità di misura SI (simbolo: H) del coefficiente di autoinduzione e mutua induzione: un circuito elettrico presenta autoinduttanza (o mutua...
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