VANE, Henri
Uomo politico inglese, nato il 18 novembre 1589, morto verso la fine del maggio 1655, a Londra. Fu uno dei favoriti di Carlo I, che lo fece, nel 1629-30, ambasciatore in Olanda e membro del consiglio privato, nel 1631 ambasciatore presso Gustavo Adolfo, nel 1640 segretario di stato. Benché avesse rappresentato il re al parlamento nel momento di tensione fra i due poteri nella primavera del 1640, doveva essere dimesso da tutti gli uffici di corte un anno dopo. Il V. passò subito all'opposizione parlamentare, ed ebbe uffici di comando sotto il parlamento, ma non poté più rientrare nel Consiglio di stato.
Più famoso di lui fu suo figlio, Enrico V. il Giovane, battezzato il 26 marzo 1613 a Debden, presso Newport (Essex), morto decapitato a Londra, il 14 giugno 1662. Nonostante il favore dimostratogli dal re, il V. abbandonò la corte d'Inghilterra nel 1635, per recarsi nella Nuova Inghilterra, a Boston; nel 1637 partì di nuovo per l'Inghilterra; nel 1639 entrava nell'amministrazione e nel 1640 veniva nominato cavaliere. Il suo nome acquistò un'ambigua pubblicità quando al processo contro il conte di Strafford John Pym poté addurre come testimonianza decisiva appunti di una conversazione dello Strafford col padre del V., appunti dal giovane trascritti dopo averli occasionalmente trovati, e poi trascritti anche dal Pym: la fede politica giustificò la gravissima indiscrezione. Il V. divenne poi uno dei capi del Lungo Parlamento, dove rappresentò le tendenze estremiste nelle questioni religiose, e l'opposizione più radicale alla politica e alla persona del re. Abilissimo negoziatore, divenne il successore del Pym; come capo del partito della tolleranza religiosa più completa, alla quale rimase sempre fedele, fu lo scopritore e il protettore del Milton. Nel 1649 divenne membro del Consiglio di stato e fu uno dei più zelanti ed oculati amministratori, tanto per gli affari interni, civili e militari (guerra in Scozia) quanto per quelli esteri e coloniali. Già lontano dal Cromwell per la sua coerente concezione della tolleranza religiosa e della libertà dì coscienza, se ne distaccò, divenendone avversario, allo scioglimento del Lungo Parlamento, e divenne il leader del Rump Parliament. Alla fine del 1658 il V. si trova a capo dell'opposizione parlamentare a R. Cromwell, ed è uno dei principali capi del Lungo Parlamento reinstallato, e dell'opposizione alla restaurazione monarchica. Il Monck lo fece mettere prima sotto sorveglianza e poi in carcere; escluso dall'Act of Indemnity, fu processato per alto tradimento e con il suo fiero atteggiamento di rivendicazione delle proprie opinioni religiose e politiche si attirò la severità della corona e del tribunale, e fu condannato a morte.
Lasciava molti scritti di argomento politico-religioso, di carattere mistico radicaleggiante; pare risentisse l'influenza di J. Böhme. Di lui e del padre rimangono ritratti dovuti a Van Dyck.
Bibl.: C. H. Firth, in Dict. of national Biography, LVIII, 1899, pp. 113-116-129; W. Haller, Tracts on Liberty in the Puritan Revolution, 1638-47, New York 1934 (sull'amicizia col Milton).