FRANKFORT, Henri
Archeologo e storico del Vicino Oriente antico, nato ad Amsterdam il 24 febbraio 1897 e morto a Londra il 16 luglio 1954.
Dopo aver compiuto gli studî ad Amsterdam, il F. andò a Londra, dove studiò con Flinders Petrie. Nel 1922 accompagnò questi in Egitto e visitò anche i paesi dell'Asia Anteriore. Nel 1924-25 frequentò la Scuola Britannica di Atene; quindi fu nominato direttore degli scavi in Egitto. Dal 1925 al 1929 scavò a Tell el-‛Amārnah, Abido ed Erment, pubblicando i risultati con altri studiosi. Successivamente il F. passò nel campo assiriologico: nel 1929 l'Istituto Orientale dell'Università di Chicago lo pose a capo della Spedizione Archeologica nell'Iraq, da esso promossa. Gli scavi, che il F. diresse fino al 1937, si svolsero a Khorsābād e nella regione del fiume Diyāla (affluente orientale del Tigri), dove furono esplorate le località di Tell Asmar (l'antica Eshnunna), Tell Agrab, Khafāgiah ed Ishchāllī. Di questo periodo d'intenso lavoro restano i numerosi articoli apparsi nella serie Oriental Institute Communications, diversi volumi in collaborazione e le monografie: Sculpture of the Third Millennium B. C. from Tell Asmar and Khafājah, Chicago 1939; More Sculpture from the Diyala Region, Chicago 1943; Stratified Cylinder Seals from the Diyala Region, Chicago 1955. Nel 1937 si recò a Chicago ad occupare la cattedra di Archeologia Orientale assegnatagli nel 1932 e rimase nella città americana fino al 1949, quando fu nominato direttore dell'Istituto Warburg e professore di Storia dell'Antichità preclassica nell'Università di Londra; qui visse fino alla morte, eccettuati alcuni viaggi nel Vicino Oriente.
La prima opera di ampio respiro pubblicata dal F. fu un ampio saggio dedicato alla ceramica del Mediterraneo orientale, dalla Mesopotamia all'Egitto e alla Grecia (Studies in Early Pottery of the Near East, I-II, Londra 1924-1927). In questa trattazione, che tuttora rappresenta l'unica opera d'assieme sull'argomento, il F. rivela già la sua straordinaria capacità a dominare i due campi dell'egittologia e dell'assiriologia, unitamente ad una sensibilità per i problemi stilistici, quale raramente si incontra negli studi sull'arte dell'antico Oriente (significativa la presa di posizione contro le superficiali ma largamente accettate affermazioni del Pottier sulla ceramica di Susa e sulle sue connessioni con quella dell'Egitto pre-e protodinastico). Già in quest'opera il F. mostra di intendere il metodo archeologico in funzione di una più completa conoscenza del mondo orientale antico; tale atteggiamento appare evidente nel volume successivo, col quale il F. affronta su basi archeologiche uno dei più complessi problemi della protostoria mesopotamica (Archeology and the Sumerian Problem, Chicago 1932). Gli anni trascorsi a Chicago rappresentano per il F. un periodo di approfondimento sul mondo spirituale orientale antico; il passaggio dal problema puramente stilistico a quello religioso si attua col volume Cylinder Seals (Londra 1939): opera fondamentale nel campo degli studi assiriologici, che all'acutezza dell'indagine stilistica accompagna un ampio studio storico religioso, come chiaramente rivela il sottotitolo A Documentary Essay on the Art and the Religion of the Ancient Near East. Più tardi il F., in collaborazione con la moglie, contribuisce con due saggi di primaria importanza al volume The Intellectual Adventure Of Ancient Man. An Essay on Speculative Thought in the Ancient Near East, Chicago 1946 (apparso poco dopo in editio minor col titolo Before Philosophy, Harmondsworth 1949); a questo seguono contemporaneamente due volumi: uno dedicato alla religione dell'antico Egitto, l'altro al concetto di regalità divina nell'antico Oriente. Col primo, Ancient Egyptian Religion. An Interpretation, New York 1948 (tradotto anche in italiano: La religione dell'antico Egitto, Torino 1957, Einaudi) il F. si sforza di cogliere nella religione egiziana l'essenza intima, costituita dal concetto dell'ordine immutabile delle cose (maat); opera notevole, anche se forse non completamente accettabile nell'impostazione. Nel secondo lavoro, Kingship and the Gods. A Study of Ancient Near Eastern Religion as the Integration of Society and Nature, Chicago 1948, il F. esamina la posizione del re nel mondo orientale antico e indica in esso quell'"integrazione" di cui parla nel sottotitolo. Dopo un saggio generale sulla protostoria orientale (The Birth of Civilization in the Near East, Londra 1951) il F. si accinse ad uno studio d'assieme sull'arte del Vicino Oriente, studio che, morendo, egli lasciò interrotto dopo il primo dei due volumi previsti: The Art and Architecture of the Ancient Orient, Harmondsworth 1954. In quest'opera il F. ha sintetizzato in maniera magistrale le conoscenze attuali, fondendole in una visione organica nella quale il filo conduttore è costituito dall'esame stilistico (e non soltanto tipologico o iconografico come era avvenuto fino ad ora) delle singole opere, e dando un nuovo indirizzo allo studio dell'arte del Vicino Oriente antico. Una diretta influenza della sua forte personalità di studioso è avvertibile anche nel notevole libro pubblicato dalla moglie del F., H. A. Groenewegen-Frankfort, Arrest and Movement. An Essay on Space and Time in the Art of Ancient Orient, Chicago 1951.
Bibl.: Per l'elenco completo degli scritti del F. si veda: P. Delougaz - Th. Jacobsen, H. F. Memorial Issue, in Journal of Nearn Eastern Studies, XIV, 1955, pp. 1-13.