Decaë, Henri
Direttore della fotografia francese, nato a Saint-Denis (Seine-Saint-Denis) il 31 luglio 1915 e morto a Parigi il 7 marzo 1987. Cineasta poliedrico, gran conoscitore della luce, con competenze anche nel campo del montaggio e della registrazione del suono, affascinò i giovani della Nouvelle vague francese per la sua capacità di piegare la tecnica al servizio delle idee. Insieme a Raoul Coutard, è considerato il maggior operatore di quel movimento, di cui ha incarnato l'anima figurativa meno dirompente e più romantica, fotografando i primi film di François Truffaut (Les 400 coups, 1959, I quattrocento colpi), Louis Malle (Ascenseur pour l'échafaud, 1957, Ascensore per il patibolo; Les amants, 1958) e Claude Chabrol (Le beau Serge, 1957; Les cousins, 1958, I cugini; à double tour, 1959, A doppia mandata), i quali lo scelsero soprattutto per i film che aveva fotografato per Jean-Pierre Melville. In realtà non disdegnò nemmeno quello che i cineasti della Nouvelle vague definivano, con un certo distacco, cinéma de papa. E collaborò, quindi, anche con René Clément, Jacques Baratier, Maurice Cloche, Julien Duvivier e Christian-Jaque, tutti registi della sua generazione.Cineamatore sin dall'età di dodici anni, terminati gli studi presso l'école technique de photographie et de cinématographie (ETPC), trovò lavoro come tecnico del suono e montatore. Negli anni della Seconda guerra mondiale fu arruolato presso il reparto cinematografico dell'Aviazione militare francese e, tornato a Parigi nel 1945, alternò il lavoro di fotoreporter per il quotidiano "Le petit parisien" a quello di regista e operatore di documentari e di realizzatore di filmati pubblicitari. Più tardi avvenne l'incontro con Melville, per il quale filmò Le silence de la mer (1949, seguendone anche montaggio, doppiaggio e missaggio), Les enfants terribles (1950), Bob le flambeur (1956, film per il quale prestò anche la sua voce), Léon Morin, prêtre (1961; Léon Morin, prete ‒ La carne e l'anima), L'aîné des Ferchaux (1963; Lo sciacallo), Le samouraï (1967; Frank Costello faccia d'ange-lo). Una collaborazione fedele e ininterrotta, durata fino alle polemiche scoppiate sul set del film Le cercle rouge (1970; I senza nome), che segnò la rottura con il regista e l'inizio di una parabola discendente della sua carriera. Negli anni Settanta, infatti, D. si allontanò dagli ideali della Nouvelle vague e si avvicinò sempre di più al cinema di puro consumo (con le prime commedie di Claude Zidi) e a quello statunitense, collaborando con registi come George Stevens, Sydney Pollack, Jean Negulesco, Robert Wise, ma con risultati di scarso rilievo.
Il periodo d'oro della carriera di questo operatore dalle movenze classiche va dalla metà degli anni Cinquanta alla fine dei Sessanta, un quindicennio nel quale la sua fama di tecnico attrasse i talenti migliori del giovane cinema francese, da Georges Franju a Georges Rouquier, da Malle a édouard Molinaro, da Truffaut a Jacques Demy, da Henri Verneuil a Gérard Oury, da Roger Vadim a Jean-Luc Godard, con il quale però lavorò soltanto occasionalmente. Rispetto a Coutard, seppe maneggiare con maggior ispirazione i contrasti cromatici e le zone di sottoesposizione dell'immagine, eccellendo nella fotografia intimista e nelle scene notturne, in virtù di una cultura cinematografica più tradizionale, che fu il suo punto di forza ma forse anche il suo limite. Tra gli altri registi con i quali ebbe modo di collaborare, vanno ricordati Peter Glenville, Joseph Losey, Franklin J. Schaffner e Lewis Gilbert.
S. Russell, Conversations with cameramen, in "Film reader", 1977, 2, pp. 147-58; J. Fieschi, J. Tonnerre, Henri Decaë, in "Cinématographe", 1981, 69, pp. 9-13; G. Colpart, Henri Decaë, in "Revue du cinéma", 1987, 432, pp. 67-74.