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BARBIER, Henri Auguste

di AIceste Bisi Gaudenzi - Enciclopedia Italiana (1930)
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BARBIER, Henri Auguste

AIceste Bisi Gaudenzi

Poeta, nato il 29 aprile 1805 a Parigi, morto il 13 febbraio 1882 a Nizza. Iniziò la sua opera letteraria pubblicando, nel 1830, in collaborazione con A. Royer, un romanzo storico medievale, Les Mauvais Garçons; ma dovette la rapida fama ai suoi versi, apparsi in quello stesso anno nella Revue de Paris, particolarmente alla Curaée, satira violentissima contro i profittatori della Rivoluzione di luglio. Seguirono, nel medesimo periodico: Le Lion, Quatre-vinot treize, L'Émeute, La Popularité, L'Idole (1831). Con queste ultime due satire, ricche di movimento e di colore, stigmatizzava gli esaltatori fanatici della leggenda napoleonica. Nel 1833, dopo un viaggio in Italia, il B. scrisse il Pianto, poema romantico, in cui rievocava le glorie e le sventure del nostro paese, augurandone, con caldi accenti, la liberazione e la rinascita per virtù dei suoi figli, senza malfidi aiuti stranieri. Nel 1857, dopo un viaggio a Londra, pubblicò un altro poema, Lazare, nel quale descrisse con un senso di profonda umanità, i travagli delle moltitudini manifatturiere. Le prime satire e questi due poemi, cui aggiunse Varsovie, Paris, Dante, furono poi riuniti in volume (Iambes et Poèmes, 16a ediz., Parigi 1864). Ritornò in Italia nel 1860; e su questo viaggio scrisse pagine interessanti. Fra gli altri numerosi lavori, si notano: una traduzione del Decameron (1845); due volumi di novelle, Trois passions (1867) e Contes du soir (1879), che sono le sue prose migliori; Chants civils et religieux (1841); Rimes Héoïques (1848); Silves (1864); Satires (1865); ma il poeta non raggiunse più quella larghezza di concezione e quella potenza d'espressione, onde aveva suscitato nel mondo letterario, coi suoi primi lavori, tante aspettative. Allorché, nel 1879, fu accolto all'Accademia, era già un dimenticato.

Bibl.: H. Blaze de Bury, Auguste Barbier, in Revue de deux mondes, 1882; C. A. Sainte-Beuve, Portraits Contemporains, nuova ed., Parigi 1870-71, II; L. Séché, A. B., in Annales Romantiques, 1905; G. Carducci, Bozzetti e scherme, (in Opere), Bologna 1913-1920.

Vedi anche
Sully-Prudhomme, René-François-Armand Prudhomme, detto Poeta francese (Parigi 1839 - Châtenay, Hauts-de-Seine, 1907). Seguì dapprima gli studî scientifici e conservò poi sempre una disposizione speculativa che si riflette anche nei suoi versi. Si fece conoscere come poeta con Stances et poèmes (1865), cui seguirono Les épreuves (1866), forse il suo libro ... Charles-Augustin Sainte-Beuve Scrittore e critico francese (Boulogne-sur-Mer 1804 - Parigi 1869). Iniziati gli studî di medicina, li abbandonò presto per dedicarsi al giornalismo letterario nel Globe, partecipando al movimento romantico: il suo primo libro (Tableau historique et critique de la poésie française et du théâtre français ... letteratura In origine, l'arte di leggere e scrivere; poi, la conoscenza di ciò che è stato affidato alla scrittura, quindi in genere cultura, dottrina. Oggi s'intende comunemente per l. l'insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano comunque; ...
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Altri risultati per BARBIER, Henri Auguste
  • Barbier, Henri-Auguste
    Enciclopedia on line
    Poeta (Parigi 1805 - Nizza 1882). Il suo primo volume d'ispirazione satirica, Iambes (1832; 30a ed., Iambes et poèmes, 1880), resta il suo capolavoro. Altre raccolte poetiche: Chants civils et religieux (1841); Rimes héroïques (1843); Rimes légères (1851); Satires et chants (1853); Silves et poésies ...
Vocabolario
barbierìa
barbieria barbierìa (ant. barberìa) s. f. [der. di barbiere], non com. – Bottega di barbiere.
barbièra
barbiera barbièra s. f. – Femm. di barbiere, usato talvolta nel linguaggio fam. e scherz. per indicare la moglie del barbiere o una donna che fa la barba. In senso fig., l’usa il Boccaccio con riferimento a donne «nimiche della onestà;...
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