HEMESSEN, Jan Sanders, detto van Hemessen
Pittore. Nacque circa il 1500 a Hemishem, presso Anversa, da cui gli venne il nome; morì forse dopo il 1575 a Harlem. Pochi particolari si hanno della sua vita. Apprese l'arte da Hendrik van Clève presso il quale andò nel 1519, fu riconosciuto maestro nel 1524, circa il 1550-51 si fissò a Harlem.
È probabile che in gioventù visitasse l'Italia. Le sue opere ricordano lo stile di Q. Massys, di Marinus van Roymerswaele e di J. Gossaert: divennero più personali intorno al 1556. Pittore di genere, prelude nella scuola fiamminga a P. Aertsen e a J. Beuckelaer. Nelle sue composizioni la scena principale, con grandi figure, è posta in primo piano, mentre nel secondo piano le scene secondarie sono formate di figure piccole. Replicò varie volte alcuni soggetti, quali la Vocazione di S. Matteo, l'Ecce Homo, San Girolamo, La Benedizione di Giacobbe. Secondo il Winkler, che non accetta d'identificarlo col "monogrammista di Brunswick", gli si possono ascrivere circa quaranta quadri. Tra quelli firmati, in gallerie pubbliche, citiamo: Bruxelles, Figliuol prodigo (1536); Nancy, Cristo scaccia i mercanti dal Tempio (1536); Monaco, Vocazione di S. Matteo (1536) e Sacra Famiglia (1541); Parigi, Louvre, Tobia restituisce la vista al padre; Vienna, Vocazione di S. Matteo (1548).
Katrijn (Caterina), sua figlia ed allieva, nata nel 1527 o 28 fu ritrattista. Soggiornò in Spagna. Si hanno sue opere ad Amsterdam, a Colonia, a Bruxelles, a Londra.
Bibl.: M. Rooses, Geschiedenis der Antwerpsche Schilderschool, Anversa 1879, pp. 102-107; F. Jos, Geschiedenis der Antwerpsche Schilderschool, Anversa 1883, pp. 98-102; F. Graefe, J. S. van H., Lipsia 1909; Winkler, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XVI, Lipsia 1922 (con bibl.); F. Winkler, Die alt-niederländische Malerei, Berlino 1924, pp. 295-198; E. Michel, Un triptyque de van H. dans la collection O' Campo, in Beaux-Arts, VI (1928), pp. 67-69; P. Wescher, Einige neue Bilder zum Werk J. van H.'s, in Belvedere, VIII (1929), pp. 39-41.