SCHMIDT, Helmut
Uomo politico tedesco, nato ad Amburgo il 23 dicembre 1918. Dirigente nel ministero dell'Economia e dei Trasporti di Amburgo (1944-53), membro del Bundestag a partire dal 1953, con un'interruzione nel periodo 1962-65, ministro degli Interni del Land di Amburgo (1961-65), ministro federale della Difesa (1969-72), delle Finanze (1972-74; nel periodo luglio-dicembre 1972 anche dell'Economia), dal 1974 cancelliere federale. Nella SPD, cui aveva aderito fin dal 1946, emerse verso la fine degli anni Cinquanta come esperto militare, contribuendo alla revisione della politica estera e di difesa del partito, promuovendo l'abbandono di antiche pregiudiziali sentimentali e la costruzione di un rapporto nuovo con le forze armate; a S. è dovuto il contributo forse più significativo, da parte tedesca, nella discussione sulla strategia NATO negli anni Sessanta. Nell'organigramma della "grande coalizione" (1966-69) occupò una posizione chiave quale presidente del gruppo parlamentare SPD. Il suo cancellierato segna il passaggio della coalizione social-liberale da una prima fase, in cui furono impostati grandi disegni innovatori in politica estera e interna, a una seconda, che appare condizionata dalla crisi energetica e dalla recessione mondiale ed è contrassegnata dal complessivo successo di una severa politica di redressement e dall'assunzione di maggiori responsabilità in sede internazionale (soprattutto nella crisi del 1980 tra SUA e URSS per l'invasione dell'Afghānistān) e interna (uccisione di H. M. Schleyer nell'ottobre 1977, nuove norme penali approvate dal Bundestag nel febbraio 1978).
Opere principali: Verteidigung oder Vergeltung. Ein dmtscher Beitrag zum strategischen Problem der NATO, Stoccarda 1961 (19653); Beiträge, ivi 1967; Strategie des Gleichgewichts. Deutsche Friedenspolitik und die Weltmächte, ivi 1969.