Kohl, Helmut
Politico tedesco (n. Ludwigshafen am Rhein, Renania-Palatinato, 1930). Militante, dal 1947, dell’organizzazione giovanile dell’Unione democratico-cristiana (CDU), nel 1959 fu eletto membro del Parlamento della Renania-Palatinato di cui fu in seguito primo ministro (1969-76). Presidente (1973-98) della CDU, nel 1982 subentrò a H. Schmidt come cancelliere della Repubblica federale tedesca, a capo di un governo composto da democristiani e liberali. In tale veste K. riprese in forme nuove la linea della Ostpolitik, incontrando nel 1987 il presidente della DDR E. Honecker. Nel 1989-90 guidò la difficile fase di riunificazione con l’ex DDR, stabilendo un asse con gli USA e il Vaticano e un intenso dialogo con M.S. Gorbačëv. Egli divenne quindi il primo cancelliere della Germania unita (1990-98). Dopo l’unificazione dimostrò una notevole capacità nel guidare il riassetto geopolitico del Paese e nel conciliare il nuovo ruolo della Germania con l’impegno nel processo di integrazione europea. Nonostante i problemi che l’assorbimento dei Länder orientali aveva prodotto (crescita della disoccupazione, esplosione di forti tensioni, generale indebolimento dell’economia), K. fu rieletto alla Cancelleria nell’ottobre 1994. L’inasprimento della situazione economica e sociale del Paese negli anni successivi (le inevitabili disparità tra le due Germanie, le tensioni sociali, la presenza di movimenti e partiti neonazisti e xenofobi, non contrastati questi ultimi con sufficiente durezza dal cancelliere e dal suo governo, nonché il crescente aumento del debito pubblico dovuto alla politica di integrazione delle zone più povere dell’Est con la ricca Germania ovest), indebolirono il prestigio di K. e della sua politica. Allo scontento per le difficoltà economiche, si aggiungeva la diffidenza di larghi strati della popolazione per la nascita dell’Unione monetaria europea, cui K. aveva dato il suo decisivo contributo, mentre, sul piano internazionale, maggiori consensi ottenevano le altre sue iniziative, volte a rafforzare i legami con i Paesi dell’Europa orientale, e della Federazione Russa in particolare, da un lato, e, dall’altro, a mantenere una stretta alleanza con gli Stati Uniti. Nelle elezioni del settembre 1998 K. fu sconfitto dall’avversario socialdemocratico G. Schröder (la SPD conquistò il 40,9% dei voti contro il 35,2% della CDU) e abbandonò così, dopo sedici anni di governo, la guida del Paese. Coinvolto nei finanziamenti illegali al suo partito, nel gennaio 2000 K. abbandonò la carica di presidente onorario della CDU.