Teologo tedesco (Pappenheim, Baviera, 1908 - Berlino 1993). Membro della "chiesa confessante" in Turingia (1936-38), parroco a Berlino-Dahlem (1938-40), fu scacciato dai nazisti, di cui fu sempre avversario, e mandato al fronte. Caduto prigioniero dei russi, fu internato in un campo di concentramento, fino al 1949. Insegnò teologia a Bonn (dal 1950) e a Berlino (dal 1957). Ritenuto filomarxista, l'univ. di Basilea gli rifiutò la successione a Barth, del quale propose una lettura socialista in Reich Gottes und Sozialismus bei Karl Barth (1972). Qualche anno prima trattò della posizione di Marx verso la religione, giustificando la critica marxiana con le condizioni del cristianesimo del tempo (Die marxistiche Religionskritik und der christliche Glaube, 1965). Teologo progressista, rischiò di spaccare la chiesa evangelica tedesca con le sue prese di posizione verso gli ebrei e con la richiesta di condannare l'armamento atomico (Die Christen und die Atomwaffen, 1957).