ZIMMER, Heinrich
Linguista e celtologo, nato a Castellaun (Coblenza) l'11 dicembre 1851, morto a Hahnenklee nel Harz il 29 luglio 1910. Fu professore di linguistica a Greifswald dal 1881, di celtologia a Berlino dal 1901.
Scolaro di W. Scherer e Goldschmidt, quindi di R. Roth, K. Müllenhof, A. Weber, J. Schmidt, V. Jagić, E. Windisch, esordì come indeuropeista e sanscritista, con gli scritti: Die Nominalsuffixe A und Ā in den germ. Sprachen (1875); Ostgermanisch und Westgermanisch (1876); col saggio mitologico Parjanya, Fiörgyn, Vâta Wodan (1876) e col grandioso Altindisches Leben (1879). Ma presto egli dedicò tutta la sua attività allo studio delle lingue celtiche, in cui si perfezionò con viaggi in Irlanda e nel Galles. Alla raccolta delle Glossae Hibernicae (1881; Supplem., 1886) si accompagnò il vol. I delle Kelt. Studien (1881) in cui, con una fiera critica agli Irische Texte del Windisch, inaugurò una nuova era della filologia celtica. Nel 1884 apparve l'altro suo grande lavoro, Ueber altirische Betonung und Verskunst; intanto la sua attenzione dal campo linguistico si estendeva a quello letterario e culturale, del che fanno fede gli articoli pubblicati dal 1877 al 1899 nella Ztschr. f. vgl. Sprachforschung e dal 1897 al 1901 anche nella Ztschr. f. celt. Philol. I due più cospicui frutti del suo nuovo indirizzo sono il Nennius vindicatus (1893) e il Pelagius in Írland (1901), dedicati allo studio delle antichità irlandesi in connessione con le correnti culturali della rimanente Europa.
Bibl.: W. Schulze, Gedächtnisrede auf H. Z., in Kleine Schriften, p. 26 segg.; W. Havers, H. Z., in Indog. Forschungen, Anzeiger, XXVII, p. 172 segg.