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STIEGLITZ, Heinrich Wilhelm

di Leonello Vincenti - Enciclopedia Italiana (1936)
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STIEGLITZ, Heinrich Wilhelm

Leonello Vincenti

Poeta, nato ad Arolsen (Waldeck) il 22 febbraio 1801, morto a Venezia il 23 agosto 1849. I suoi primi versi celebravano la patria e la libertà. Un suo canto libertario gli procurò l'allontanamento dall'università di Gottinga. Passato a quella di Lipsia, continuò gli studî classici col proposito di darsi all'insegnamento. E qui conobbe, nel 1822, la sedicenne Charlotte Willhöst, che dopo sei anni doveva diventare sua moglie. Un volume di Gedichte zum Besten der Griechen (1823) gli diede, negli anni degli entusiasmi filoellenici, la prima fama. Ben maggior gloria sognava a Berlino, dove ottenne impiego in un ginnasio e nella Biblioteca reale. Dotato della facilità di fantasia e di versificazione caratteristica di tanti epigoni romantici, disegnò di rappresentare la natura e la vita dei popoli orientali in una serie di componimenti epico-lirici e drammatici (Bilder des Orients, voll. 4, 1831-33): accanto a pochi momenti lirici e a quadretti vivaci compose troppe scene oleografiche di un Oriente di maniera. Il successo di stima conseguito e quello più largo, ma più dubbio, di Stimmen der Zeit (1833) non bastavano all'ambizione e all'irrequietezza del giovine, sempre preda ora di accensioni titaniche, ora di depressioni profonde.

Per dedicare ogni forza alla creazione abbandonò successivamente i due uffici, senz'altro risultato che di dubitar maggiormente delle proprie capacità. Poiché nulla lo risollevava, il 29 dicembre 1834 la moglie Charlotte, che talvolta aveva collaborato con lui (anche in una tragedia; Selim III), si uccise affinché il proprio sacrificio rigenerasse l'anima e la fantasia dell'amato. La sperata palingenesi non si verificò. Né nel dramma (Dionysosfest, eine lyrische Tragödie), né nella lirica egli mostrò forze maggiori; e grandi faville non sono nel diario dedicato a Charlotte. Lasciata Berlino, passò di luogo in luogo, come in fuga da sé stesso.

L'ultimo decennio lo trascorse in Italia, di cui parlava ai compatrioti in lettere e ricordi (Ein Ausflug in die Euganeen; Toskanische Städte; Istrien und Dalmatien; Erinnerungen an Rom und den Kirchenstaat im ersten Jahre seiner Verjüngung). In favore dell'Italia e particolarmente di Venezia, di cui salutò la rivoluzione, parlò nobilmente nell'opuscolo Deutschland, Österreich und Italien (maggio 1848). L'anno dopo moriva di peste.

Bibl.: Heinrich Stieglitz. Eine Selbstbiographie, a cura di L. Curtze, Gotha 1865 (ivi anche una bibliografia degli scritti dello S.); Th. Mundt, Charlotte Stieglitz, ein Denkmal, Berlino 1835; E. Seillière, Étude de psychologie romantique. Une tragédie d'amour au temps du romantisme. H. et Charlotte Stieglitz, Parigi 1909.

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