STEINHOWEL, Heinrich
Umanista tedesco, nato a Weil nel 1412, morto a Ulm nel 1482. Laureatosi in medicina a Padova (1442), donde recò molti manoscritti di opere allora in voga in Italia, si stabilì nel 1450 a Ulm, e vi trascorse il resto della vita esercitando l'arte medica.
Iniziò la sua attività letteraria intorno al 1460 con la traduzione in tedesco del romanzo di Apollonio di Tiro (1ª ed., conserv. 1471; numerose ristampe; rifacimento in un diffusissimo Volksbuch). Seguirono due traduzioni dal Boccaccio: della novella della Griselda (sulla versione del Petrarca; 1ª ed., 1471), del De claris mulieribus, che in parte è un rifacimento con criterî divulgativi (1ª ed. 1473, con la versione riveduta e non più anonima della Griselda). Il suo proposito di tradurre lo spirito, non la lettera, d'un'opera, la grande cura dello stile tedesco, trovano la migliore attuazione nella versione libera in prosa di Esopo: Aesopus (1476, ristampato e aumentato fino al 1730, tradotto a sua volta in spagriolo, francese, inglese, ecc.), che comprende parecchie altre favole, facezie (per es., di Poggio), ecc. Nello St. tendenze umanistiche non esclusivamente formali s'incrociano con preoccupazioni morali e con l'allegorismo del medioevo.
Ediz.: Griseldis; Apollonius, a cura di C. Schörder, Lipsia 1873; Von den sinnrychen erluchten wyben, a cura di K. Drescher, Stoccarda 1895; Aesopus, a cura di H. Oesterley, ivi 1873.
Bibl.: K. Bartsch, Germanist. Stud., II, Vienna 1875; K. Karg, Die Sprache H. St.'s, Heidelberg 1884; Ph. Strauch, in Allg. dt. Biogr., XXXV, Lipsia 1893, pp. 728-36; W. Borovitz, Die Uebersetzungstechnik H. St's, ecc. (per la vers. di Rod. Zamor.), Halle 1914; K. Laserstein, Der Griseldisstoff in d. Weltlit., Weimar 1926.