MORF, Heinrich
Filologo svizzero, nato a Münchenbuchsee presso Berna nel 1854, morto a Berlino nel 1921. Studiò alle università di Zurigo, Strasburgo e Parigi (allievo di Gaston Paris), ottenne a 25 anni la cattedra di romanistica a Berna, donde passò nel 1889 a Zurigo, poi a Francoforte s. M. e nel 1910 a Berlino, dove nello stesso anno entrò a far parte dell'accademia prussiana.
Autore di una serie di studî illustranti la storia linguistica e letteraria della "Romania" dalla Spagna ai Grigioni, si distinse anche nel campo didattico, per le sue rare doti di organizzatore, d'innovatore e di maestro. La sua posizione di svizzero poliglotta, l'insegnamento avuto in università molto dissimili, i frequentissimi viaggi, un senso di equilibrio che si manifesta già nella sua prima dissertazione Die Wortstellung im altfranzösischen Rolandsliede (Roman. Stud., III, 1877), uno squisito sentimento artistico e stilistico, senza il quale non sono concepibili i due volumi Aus Dichtung und Sprache der Romanen (Strasburgo 1903-11), gli conferirono un'impronta speciale per cui, senza particolare specializzazione, poteva scrivere con novità e profondità su qualsiasi argomento di neolatino. Mentre nel campo linguistico la sua attività può apparire complessivamente varia ma slegata - basti ricordare qui il suo Poema de José, pubblicato dal testo in scrittura araba (Berna 1883), l'importante ricerca Die sprachliche Gliederung Frankreichs (in Abhandl. preuss. Akad. Wiss. 1913), e due articoli sul dialetto di Val Bregaglia - in quello letterario egli si affermò con opere poderose e durature. In Die Kultur der Gegenwart di Hinneberg egli ci diede (1909) uno sguardo d'insieme sulle letterature neolatine tuttora insuperato; il primo volume (unico pubblicato) della sua Geschichte der neueren franz. Litteratur (Strasburgo 1898), dedicato al periodo della Rinascenza, rimane fondamentale.
Bibl.: E. Lommatzsch, nell'Archiv Stud. neu. Sprachen, 1922, pp. 78-94; G. Rohlfs, in Zeitschr. rom. Phil., 1921, pp. 259-63.