MANN, Heinrich
Scrittore tedesco, nato a Lubecca il 27 marzo 1871 da padre tedesco e madre brasiliana, egli oscillerà sempre, come l'eroina del suo romanzo Zwischen den Rassen (1907), tra latinità e germanesimo; spirito democratico francese, paesaggio italiano e asperità tedesche. Un primo segno della sua volontà di dare alla Germania una letteratura sociale è il romanzo Im Schlaraffenland (1900) che costringe la Berlino fine di secolo entro schemi balzachiani. Poi, sotto l'influsso di Nietzsche e su sfondo italiano, vediamo compiersi, nella trilogia Die Göttinnen (1903), l'evoluzione della superdonna Violante d'Assy dall'intrigo politico alla contemplazione estetica e alla sensualità scatenata. Nel 1905, col Professor Unrat, caricatura magistrale del tirannello scolastico, imitatissima ma insuperata, M. vibra un primo colpo contro la società guglielmina, né si stanca, dal 1910 al 1916, d'incuorare gli scrittori tedeschi a uscir dalla loro torre d'avorio per influire sulla realtà in senso rivoluzionario e democratico. Per questo, e per il ritmo celere che governa alcuni suoi romanzi, M. è stato da taluni considerato il padre dell'espressionismo politico e letterario tedesco. Ma la sua ambizione, d'essere per la Germania di Guglielmo II quel che fu Zola per il secondo impero, fallisce nella trilogia Das Kaiserreich (1914-1925) che, nei romanzi Der Untertan, Die Armen (trad. ital., I poveri, Milano 1920) e Der Kopf, più che un quadro della borghesia, del proletariato e dei dirigenti è una caricatura cui l'odio di parte toglie ogni efficacia. Le cose migliori di M., van cercate piuttosto in Die kleine Stadt (1910), delizioso romanzo d'ambiente provinciale italiano, o nell'idillio Eugenie oder die Bürgerzeit (1928). Mutter Marie (1927) è un poco l'omaggio al neorealismo di moda, Die grosse Sache (1930) un romanzo più poliziesco che simbolico, Ein ernstes Leben (1932) un ritorno alla pura forma narrativa. Saggista e articolista efficacissimo in Macht und Mensch (1919), in Sieben Jahre (1929), in Geist und Tat (1931) e in Das öffentliche Leben (1932), M. ha raggiunto compiute espressioni artistiche solo quando è riuscito a dimenticare narrando, i suoi ideali politici.
Bibl.: W. Schröder, H.M., Bildnis eines Meisters, Vienna 1931; E. Rocca, I sessant'anni di H. M., in Pègaso, dicembre 1931.