BRUNNER, Heinrich
Illustre storico del diritto germanico, nato a Wels (Alta Austria) il 21 giugno 1840 da famiglia boemo-tedesca, morto l'11 agosto 1915 a Bad Kissingen. Studiò a Vienna, fu nominato nel 1866 professore a Leopoli, nel 1870 a Praga, nel 1872 a Strasburgo, nel 1873 a Berlino.
È del 1872 (Berlino) la sua notevolissima opera Über die Entstehung der Schwurgerichte, con la quale dimostrò l'origine franca dell'istituto, per il tramite del diritto normanno. Il lavoro è notevolissimo dal punto di vista metodologico, perché il diritto anglonormanno vi è utilizzato per giungere alla ricostruzione del diritto franco, che ha peculiare importanza nel sistema o albero genealogico dei diritti delle varie schiatte germaniche. Nel 1870 B. aveva pubblicato una storia schematica delle fonti giuridiche francesi, normanne e inglesi, la quale successivamente rielaborata apparve a Lipsia nel 1909, col titolo Geschichte der englischen Rechtsquellen im Grundriss.
Famose sono le ricerche del B. sulla storia del documento privato, le carte-valori, i titoli al portatore e la rappresentanza processuale. Il nesso ideale fra questo gruppo di studî è il presupposto che nel procedimento davanti al giudice popolare (Volksgericht) la rappresentanza non fosse permessa e che quale suo succedaneo servisse, a colmar la lacuna, la carta privata, in funzione di cartavalore (Wertpapier). Nel 1877 pubblicò lo scritto Charta und Notitia, nel quale si contrappone il documento dispositivo a quello meramente probatorio (in Commentationes philologae in honorem Th. Mommseni, Berlino 1877, p. 570 segg.). Apparve poi il libro Zur Rechtsgeschichte der röm. u. germ. Urkunde, I, Berlino 1880, nel quale il documento romano tardo è posto a base della ricerca e il documento medievale dei territorî germanici appare come uno sviluppo ulteriore di quello. Il B. tratta anche della traditio chartae e della clausola cum stipulatione subnixa, ma le sue conclusioni, che per decennî tennero il campo, sono ora molto discusse (v. da ultimo Steinacker, Die antiken Grundlagen der frühmittelalterl. Privaturkunde, 1927). Le ricerche del B., soprattutto in questo argomento, interessano moltissimo anche gli storici del diritto romano e del diritto italiano, perché egli si occupò con predilezione e con raro amore del periodo di transizione fra l'età ultima romana e l'altissimo Medioevo, periodo nel quale il diritto romano si era volgarizzato. Il termine "diritto romano volgare", da lui coniato, fu poi usato a proposito e a sproposito da una lunga serie d'imitatori. Altra opera brunneriana di questo ciclo è Das Recht der Wertpapiere, 1882, di diritto positivo attuale, l'unico suo lavoro strettamente dogmatico.
Dall '80 in poi lavorò alla sua Deutsche Rechtsgeschichte per il Handbuch der deutschen Rechtswissenschaft di Karl Binding, mentre pubblicava una serie di ricerche speciali negli Atti dell'accademia di Berlino, e altrove. Notevole lo studio sulle donazioni di terre dei Merovingi (1885), che illumina le origini del feudalismo, e quelli sulla dote franco-romana (1894), sulla locazione di beni comunali, e sul servizio militare a cavallo. Il volume I della Deutsche Rechtsgeschichte uscì a Lipsia nel 1887, il II nel 1892. Nel 1906 curò egli stesso la seconda edizione del I volume; la seconda edizione del II volume fu aggiornata dal von Schwerin ed è del 1928. Si tratta di un'opera classica, nella quale lo svolgimento del pensiero giuridico è attinto direttamente alle fonti.
Molti degli scritti del B. si trovano ristampati nelle sue For schungen zur Geschichte des deutschen und französischen Rechtes (Stoccarda 1894).
Bibl.: Notevoli le biografie di U. Stutz, in Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte, germ. Abt., XXXVI (1915) e di E. Seckel, Gedächtnisrede, in Sitzungsberichte dell'Accademia di Berlino, XXXIV (1916), p. 760 segg. Della attività del Brunner, attinente ai Monumenta Germaniae historica parla lo stesso Seckel, nel Nachruf, in Neues Archiv der Gesellschaft für ältere deutsche Geschichtskunde, XL (1916), pp. 807-818.