DODERER, Heimito von
Scrittore austriaco, nato a Weidlingen, presso Vienna, il 5 settembre 1896, morto a Vienna il 23 dicembre 1966. Erede della tradizione narrativa austriaca lungo la vena epico-saggistica che ha avuto i suoi campioni in R. Musil ed H. Broch, D. ha tentato una sua personale via, stilisticamente variata ma essenzialmente realistica, con disegni ambiziosi che, da un lato, si ricollegano di prevalenza alla recente storia di Vienna e dell'Austria, rivissuta in una 'distanza di memoria' meno segnata che in altri dalle nostalgie per tempi ormai perduti e, d'altro lato, dalla programmata episodicità mirano a risalire a un significato unitario,
Ne è scaturita una produzione che, almeno parzialmente, mortifica D. al cospetto dei suoi immediati e mediati modelli (chiaro il richiamo anche a Dostoevskij), in quanto la volontà e la capacità di narrare, con sovrabbondanza di riferimenti a personaggi e ad eventi, non sempre agevolano il dominio dell'intero quadro lungo coordinate interpretative; ma ne è anche venuto un contributo, in chiave di tendenziale positività, a chiarificare problemi su più piani (esistenziale, culturale e infine sociale), a contatto con una realtà storico-cronachistica che anche per D. è di crisi ma senza le esasperazioni altrove ricorrenti, ciò che costituisce una precisa caratterizzazione. Tappe essenziali della carriera letteraria di D.: il romanzo psicologico Ein Mord, den jeder begeht (1938), l'ironizzante racconto Die erleuchteten Fenster (1951; trad. it., Torino 1961), la vasta diade viennese - suo massimo impegno - Die Strudlhofstiege (1951; trad. it., Torino 1965) e Die Dämonen (1956), il grottesco Die Merowinger (1962, unica evasione nel passato storico), l'incompiuto Roman No. 7 (2 parti, 1963 e 1967), sintomaticamente privo di titolo come concessione alla poetica dell'inessenzialità ultima degli specifici temi rispetto alla totalità dei significati.
Bibl.: D. Weber, H. von Doderer - Studien zu seinem Romanwerk, Monaco 1963; L. W. Wolff, Wiedereroberte Aussenwelt, Tubinga 1969; R. Tschirky, H. von Doderers "Posaunen von Jericho", Berlino 1971; P. Dettmering, Trennungsangst und Zwillingsphantasie in H. v. Doderers Roman "Die Strudlhofstiege", in Psyche, 1972, pp. 549-80; A. Reininger, H. v. Doderers: I demoni, in Il romanzo tedesco del Novecento, Torino 1973, pp. 447-57; D. Liewescheidt, H. v. Doderers: "Die erleuchteten Fenster", in Wirkendes Wort, 1976, pp. 3-26.