HEILBRONN ("fonte sacra"; A. T., 56-57)
Città della Germania nel Württemberg nordoccidentale (distretto del Neckar), 157 m. s. m., 50 km. a N. di Stoccarda, in una delle parti più pittoresche della Franconia, verde per boschi e giardini e ridente per vigneti e alberi da frutta. Ivi esiste un facile passaggio sul Neckar, e il fiume; apertasi la strada tra le colline di Heuchel (a sinistra), e di Lövenstein (a destra), s'allarga e comincia a esser navigabile anche da grossi battelli. La città è sulle due rive del fiume, ma specialmente sulla destra, dove è la parte più amica, che ha per centro il mercato. Essendo al punto d'incrocio di molte strade (Norimberga-Spira fra Selva Nera e Odenwald e Cannstadt-Francoforte), Heilbronn ebbe nel passato notevole importanza commerciale; le prime mura risalgono al 1225. Passati in seconda linea i vantaggi di questa sua favorevole posizione, essa visse poi, fino al principio del secolo scorso, della coltivazione della vite, quindi ha ripreso l'antica attività e ora è dopo Stoccarda la maggiore città industriale (carta, zucchero, sapone, sigari, macchine) e commerciale (fornitrice di gran parte della Svezia e della Franconia) del Württemberg. Possiede anche alcune miniere di sale. Gli abitanti, che erano 28 mila nel 1885, nel 1925 salivano a 45.227. È prevedibile che la città potrà ancor più svilupparsi, quando sarà portato a termine il canale di congiunzione fra il Reno e il Danubio.
Monumenti. - La chiesa di S. Kilian, di stile gotico primitivo (sec. XIII), fu ampliata nei secoli XV e XVI, coperta in vòlte nel XIX. La sua gigantesca torre occidentale (62 m.), che pone una nota caratteristica nel panorama della città, nella sua parte superiore e più interessante del campanile, ove elementi gotici contrastano ancora con il Rinascimento, è opera di Hans Schweiner da Weinsberg (1513-29). Notevoli nell'interno della chiesa l'altar maggiore con cinque statue di Hans Seyfer da Heilbronn; nel coro il Monte degli Ulivi, rilievo dello stesso autore, e le vetrate di Hans Wild (sec. XV). La chiesa dell'Ordine Teutonico (1721) ha un bel campanile romanico. La Deutsches Haus, già sede dell'ordine, è un pittoresco complesso di edifici raggruppati intorno a numerosi cortili del sec. XVIII, con la facciata principale barocca di W. H. Beringer (1711). Il palazzo comunale si compone di quattro edifici appartenenti ai secoli XVI-XVIII, con grande orologio decorativo del maestro Isaac Habrecht. Notevoli inoltre tra gli edifici profani il Mercato della carne (1598), dalle semplici linee, di Hans Stefan da Ravensburg, il Tiro a segno (1769) di J. Ch. Keller e alcune case in legno e muratura. È quasi completamente perduto l'aspetto medievale della città descritto dal Goethe.
V. tavv. CXVII e CXVIII.
Storia.- Già ai tempi carolingi (menzionata per la prima volta nel 741) castello reale, ottenne nel 1073 i diritti cittadini dall'imperatore Enrico IV, passò poi al vescovado di Würzburg e da questo, nel 1225, ai Hohenstaufen. Nel 1331 si unì alla lega delle città sveve e aderì, nel 1525, alla Riforma. Nello stesso anno fu occupata, durante la guerra dei contadini, dagl'insorti che vi tennero una riunione e vi discussero una riforma dell'Impero. Aderente alla lega dei principi, prese parte alla guerra di Smalcalda e fu sottoposta a una grave contribuzione dall'imperatore Carlo V. Nella storia dei Trent'anni è celebre la Convenzione di Heilbronn (1633), nella quale Oxenstierna, numerosi stati imperiali tedeschi e gli ambasciatori d'Inghilterra, Francia e Olanda decisero la continuazione della guerra. Nel 1802 Heilbronn passò al Württemberg.
Bibl.: A. Schliz, Die Enstehung der Stadtgemeinde H., Lipsia 1903; E. Paulus, Die Kunst- u. Altertumdenkm. des Neckarkreises, Stoccarda 1889; C. Hönes, H. u. seine Umgebung, Zurigo 1895; F. Dürr, H.'s Chronik, Heilbronn 1896; id., Beschr. d. Oberamts H., Heilbronn 1901-03; P. Schöck, Das Stadtbild v. H., Stoccarda 1927; E. Beutinger, H., 2a ed., Berlino 1928.