NORDENFLYCHT, Hedwig Charlotta
Poetessa svedese, nata a Stoccolma il 28 novembre 1718, morta presso Skokloster il 29 giugno 1763. Fu, nella vita, la "femme sensible" tipica del Settecento. Sposa al pastore Jacob Fabricius, illuminista platoneggiante, fu poi, mortole il marito dopo pochi mesi di matrimonio, legata per un decennio d'intima amicizia al cugino Carl Klingenberg, segretario dell'accademia; infine travolta da una cieca passione per l'economista Johan Fischerstrom, di diciassett'anni più giovane di lei, fu da quella passione condotta alla morte.
Come poetessa (Den sörgande Turtur-Dufwan, La tortorella sconsolata, liriche, 1743; Qwinligt tankespel af en Herdinna i Norden, Femminile gioco di pensieri di una pastorella del Nord, 1744 e 1750; Den frälsta Swea, La Svezia liberata, 1746, ecc.) unì tendenze sentimentali e didattiche con un gusto classicistico, educato sugli esempî della poesia francese; e fu l'ispiratrice, la "Urania", del gruppo dei Tankebyggar orden (Ordine degli edificatori del pensiero), a cui appartennero fra altri anche G. F. Creutz e G. F. Gyllenborg (cfr. Vȧra försök, I nostri tentativi, 1759). Vitalità hanno solo le ultime poesie, dettate dalla disperata passione per il Fischerström: le eroidi Hildur til Adil; Ensligheten, La solitudine; Lugnet, La quiete; Öfver en Hyacint, Sopra un giacinto; ecc., in cui la vissuta sofferenza trova accenti schietti di umana semplicità.
Opere: Samlade Skrifter, a cura di H. Borelius, Stoccolma 1924 segg.
Bibl.: J. Kruse, H. Ch. N., Stoccolma 1895; O. Levertin, Svenska gestalter (Figure svedesi), Stoccolma 1903; M. Lamm, Upplysningstidens romantik (Il romanticismo dell'epoca illuministica), Stoccolma 1818; H. Borelius, H. Ch. N., Stoccolma 1921.