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HEBRON

di Roberto ALMAGIA - Donato BALDI - Luigi GRAMATICA - - Enciclopedia Italiana (1933)
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HEBRON (ebr. Ḥěbrōn; gr. χέβρων; lat. Hebron; arabo alKhalīl; A.T., 88-89)

Roberto ALMAGIA
Donato BALDI
Luigi GRAMATICA

Città della Palestina meridionale, situata a ben 900-930 m. di altezza, sulla parte più elevata dell'altipiano interno (v. giudea; palestina), sulla quale corre lo spartiacque fra i tributarî del Mediterraneo e quelli del Mar Morto. Il centro si distende pittorescamente fra due serie di colline rivestite di ulivi, viti e alberi da frutto (specialmente fichi), che conferiscono un aspetto insolitamente verdeggiante a questo estremo lembo della Giudea. Le case bianche, coronate da cupole schiacciate, si ammassano intorno alla grandiosa moschea, il Ḥaram al-Khalīl. La città è quasi interamente abitata da musulmani (nel 1922,16.074 sul totale di 16.577 abitanti), tra i più fanatici della Palestina; la piccola colonia di ebrei (430 nel 1922, ora assai meno) viveva, ancora negli ultimi anni del regime turco, rinserrata in un luridissimo ghetto. Secondo il censimento 1931 Hebron ha 11.534 ab. La città è allacciata da una buona strada rotabile a Gerusalemme (per Betlemme); la stessa rotabile prosegue verso sud discendendo a Bīr es-Sabá.

Monumenti. - L'unico e più importante monumento di Hebron è il Ḥaram al-Khalīl. È un parallelogramma rettangolare lungo 65 m. e largo 35, costruito con magnifici blocchi a bozza da Erode il Grande. L'apparecchio esterno porta delle lesene senza capitelli, che sostengono una fascia a mo' di cornice, sopra la quale si eleva un muro merlato d'origine araba. Ai quattro angoli corrispondevano quattro minareti: oggi ne restano soltanto due, uno all'angolo SE. e l'altro all'angolo SO. Il largo cortile è occupato da varî edifici, il principale dei quali è la moschea a tre navate, separate da quattro pilastri a fascio, e le cui colonnette sono coronate da capitelli corinzî. Nel suo complesso rappresenta una chiesa bizantina restaurata nel sec. XII; gli Arabi vi hanno aggiunto soltanto gli ornati interni e l'arredamento, tra i quali degni di nota sono il miḥrāb e il pulpito. Varî cenotafî, riccamente coperti da sontuosi drappi di seta ricamati d'oro, verdi per i patriarchi, rossi per le loro donne, sono distribuiti in diversi luoghi del Ḥaram e credesi che corrispondano alle vere tombe che si trovano nella cripta, la cui entrata è sigillata. L'ingresso alla moschea, sino a pochi anni fa, era vietato ai non musulmani, ora è permesso a pagamento.

Storia. - In antico fu chiamata Qiryat Arba‛(Gios., XIV, 15) "il villaggio dei Quattro", cioè dei quattro giganti appartenenti alla stirpe degli Enacim la cui statura e forza avevano fatto il terrore delle popolazioni finitime (cfr. Num., XIII, 23,34). Gli Arabi invece e in genere i musulmani denominano Hebron al-Khalīl, abbreviazione di Khalīl ar-Raḥmān, l'"amico di Dio", per ricordare Abramo, del quale a Hebron, nel Ḥaram nella spelonca di Macpela, si custodisce gelosameute il sepolcro, unitamente a quelli di Sara, di Isacco, di Rebecca, di Lia e di Giacobbe (v. Gen., XXIII, 19, ecc.).

La città, secondo la Bibbia (Num., XIV, 23), sarebbe stata fondata 7 anni prima di Tanis, una delle capitali dell'Egitto inferiore. Flavio Giuseppe (Bell. Iud., IV, 9,7) le assegna un'età di 2300 anni e la dice anteriore a Menfi. Comunque, al momento dell'occupazione della Palestina per opera degli Ebrei, Hebron era già un centro molto importante e fu assegnato a Caleb e ai suoi discendenti, i quali seppero affermare così la loro preponderanza, che, alcuni secoli dopo, quando Davide, mortogli l, emulo, volle far valere i diritti che l'unzione sacra gli aveva conferiti, la scelse come capitale del suo regno e vi rimase sette anni e mezzo, tanti quanti bastarono per aver ragione dei suoi avversarî, per consolidare la propria autorità e per preparare l'occupazione di Gerusalemme destinata a diventare il centro religioso e politico d'Israele. Pure a Hebron venne organizzata la ribellione di Assalonne.

Da questo tempo il nome di Hebron scompare dalla storia biblica e si ha rnotivo di credere che dopo la distruzione di Gerusalemme (588 a. C.) sia passata in potere degl'Idumei, i cui confini settentrionali si estendevano al tempo dei Maccabei fin sotto la fortezza di Betsur, situata a 20 miglia da Gerusalemme, a pochi chilometri quindi a nord di Hebron.

Ricompare il nome di Hebron durante l'occupazione della Palestina da parte dei Crociati, i quali denominarono quella borgata Praesidium o Castellum ad S. Abraham, e nell'anno 1167 ne fecero una sede vescovile soggetta direttamente al patriarca di Gerusalemme. Ricaduta sotto il dominio musulmano nel 1187, Hebron non si riebbe più. Il 4 dicembre 1917 l'esercito inglese se ne impadronì ed essa fa oramai parte del nuovo stato della Palestina.

Bibl.: Vincent-MacKay, Hébron, le Haram el-Khalil, Parigi 1923.

Vedi anche
Macpela (ebr. Makpēlāh) Caverna situata di fronte a Mambre e Hebron, nella quale Abramo seppellì Sara e fu a sua volta sepolto dai figli Isacco e Ismaele; vi tro­varono sepoltura anche Isacco, Rebecca, Giacobbe e Lia. Attualmente vi sorge una moschea musulmana. Palestina Palestina (ebr. Pĕleshet) Regione del Vicino Oriente limitata a O dal Mar Mediterraneo e a N dai contrafforti meridionali del Libano e dell’Antilibano, mentre incerti sono i confini dagli altri lati, nei quali si trapassa insensibilmente nelle zone aridissime del Deserto Siriaco, a E, e del Sinai a S. ... Isacco (ebr. Yiṣḥāq) Patriarca ebreo, figlio ed erede di Abramo. Secondo la narrazione biblica, nacque quando quest’ultimo era ormai molto vecchio; il suo nome, che in ebraico significa «egli ride», è posto dal testo biblico in relazione con il riso d’incredulità con cui la madre Sara accolse la notizia della ... Idumea (gr. ᾿Ιδουμαία) Nome dato dai Greci e Romani alla regione, a S della Giudea, che gli Ebrei denominavano Ĕdōm. Discendenti di Esaù secondo la tradizione biblica, e stanziati da epoca remota nella regione, gli Idumei si opposero al passaggio degli Ebrei provenienti dall’Egitto; Saul combatté contro di ...
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