Vedi HAZOR dell'anno: 1960 - 1995
HAZOR (ebraico Ḥāṣōr)
Città nella Palestina settentrionale, 14 km a N del Lago di Tiberiade. Dopo un primo tentativo di scavo nel 1928 da parte di J. Garstang, vi ha lavorato dal 1955 al 1958 una missione israeliana diretta da Y. Yadin.
Fondata nel secondo quarto del III millennio a. C., H. è menzionata nei "testi di esecrazione" egiziani (XIX sec. a. C.), in alcune lettere di Mari (circa 1700), in iscrizioni egiziane e nella corrispondenza diplomatica di el-‛Amārnah. Distrutta dall'invasione israelitica nel XIII sec. a. C. (ma le notizie bibliche relative, Giosue', xi, 10-13 e Giudici, Iv, sono contrastanti), fu ricostruita da Salomone insieme a Gezer (v.) e a Megiddo (v.) (I Re, ix, 15); fu definitivamente distrutta da Tiglatpileser III di Assiria nel 732 a. C. (II Re, xv, 29). In seguito il sito fu occupato da una piccola fortezza fino al periodo ellenistico.
H. occupa un'ampia collina sulla quale si leva una seconda altura di minori dimensioni; mentre la città del II millennio occupava tutta la superficie del tell (circa 18o acri), la città israelita era limitata alla sua parte più alta. I ritrovamenti di maggiore interesse sono quelli relativi al II millennio: oltre a un grande edificio e ad una poderosa cinta di mura (con uno spessore di m 7,5), sono stati riportati alla luce due santuarî dell'ultima Età del Bronzo (XIII sec. a. C.). Uno di questi è di particolare interesse, sia per la pianta, che con la successione di tre vani in fila si ricollega ad un analogo edificio dello stesso periodo scoperto ad Alalakh e anticipa la pianta del tempio salomonico, sia per il ritrovamento in situ di una serie di stele votive (v. Betilo) insieme ad una statua virile seduta e ad un leone; la tecnica costruttiva, in ortostati, conferma le affinità di questo complesso con l'ambiente culturale siriano e anatolico. Nei pressi di questo santuario sono state trovate officine di artigiani, tra le quali va rilevata quella di un vasaio: conteneva ancora la ruota, in due elementi, ed una maschera fittile. Nel secondo santuario è stata ritrovata ricca suppellettile cultuale in pietra, insieme ad una seconda statua virile seduta, un torso maschile,. assai mutilo, recante il simbolo solare inciso sul petto, una figurina bronzea di toro, sigilli di stile siriano e, unico in Palestina, un modello fittile di fegato con iscrizioni in accadico. L'edificio più notevole del periodo israelita è costituito da una costruzione con doppia fila di pilastri (alti circa 2 m): edificato nel IX sec. a. C., ebbe due periodi di occupazione; notevole anche la cittadella, con mura spesse 2 m, che fu distrutta dagli Assiri e le mura salomoniche, la cui porta era costituita da torri quadrate e da una doppia fila di tre stanze che si aprivano all'interno. Tra le opere di scultura da notare due capitelli protoeolici del IX sec. a. C., lavorati su due facce (e quindi non posti, come di solito in Palestina, a ridosso della parete) e una statuetta femminile, mutila. Sono stati trovati anche degli avorî, in uno dei quali si vede un genio, con abbigliamento egiziano, ma con due paia di ali come i genî assiri, inginocchiato a un lato della palmetta; di fronte ad esso è un grifo o una sfinge alata.
Bibl.: Rapporti preliminari degli scavi sono stati pubblicati da Y. Yadin, in: Biblical Archaeologist, XIX, 1956, pp. 1-11; XX, 1957, pp. 34-47; Israel Exploration Journal, VI, 1956, pp. 120-25; VII, 1957, pp. 118-123; VIII, 1958, pp. 1-14; IX, 1959, pp. 74-88. Rapporto definitivo della prima campagna: Y. Yadin e altri, Hazor I, Gerusalemme 1959. Studî particolari: K. Galling, Erwägungen zum Stelenheiligtum von Hazor, in Zeitsch. ft des Deutschen Palästina-Vereins, LXXV, 1959, pp. 1-13.