HATRA (arabo al-Ḥaḍr)
Antica città della Mesopotamia orientale (a circa 80 km. a SO. dell'odierna Mossul). Fiorì nel secolo II e III d. C. quale capitale d'uno staterello, di probabile origine aramaica, ugualmente indipendente dai Romani e dai Parti. I primi. tentarono più volte di conquistarla e l'assediarono invano nel 117 sotto gli ordini di Traiano, reduce dalla spedizione partica, e nel 200 e 201 sotto Settimio Severo. Crollato il regno partico all'avvento dei Sasanidi, questi si rivolsero subito contro l'incomodo stato cuscinetto, e riuscirono a conquistare la rocca e la città, probabilmente sotto Sapore I (242-272), in un memorando assedio, il cui ricordo si è tramandato abbellito di elementi novellistici e leggendarî nella tradizione persiana e araba. Hatra non dové per allora essere distrutta; ma nel sec. IV, all'epoca della spedizione di Giuliano, era già abbandonata e in rovina. I suoi cospicui resti, tuttora visibili, e spesso ricordati nella poesia beduina araba quale suggestivo monumento di grandezza crollata, attestano l'importanza della città, che nei primi secoli dell'era volgare dovette, come Palmira, il suo fiorire alla sua posizione sulla grande via commerciale tra l'altipiano iranico da un lato, la Siria e l'Asia Minore dall'altro.
Bibl.: W. Andrae, Hatra, Lipsia 1908-1912, voll. 2; T. Nöldeke, Gesch. d. Perser u. Araber zur Zeit der Sasaniden, Leida 1879, pp. 33-39; Streck, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VII, 2516-2523.