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Pinter, Harold

Lessico del XXI Secolo (2013)
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Pinter, Harold


Pinter, Harold. – Drammaturgo inglese (Londra 1930 - ivi 2008). Dagli anni Sessanta si impose a livello internazionale come autore teatrale, ma scrisse anche sceneggiature, opere radiofoniche e televisive, e romanzi; nel 2005 è stato insignito del premio Nobel per la letteratura e l’anno seguente ha ottenuto il premio Europa per il teatro. Studiò alla Hackney Downs grammar school, poi, soltanto per breve tempo, alla Royal academy of dramatic art. La sua carriera teatrale iniziò come attore, girando con una compagnia shakespeariana, e usando il nome d'arte di David Baron; la sua prima prova di autore fu l’atto unico The room (1957). Nel 1958 fu rappresentato The birthday party, prima commedia in tre atti, ma non ottenne il successo sperato che invece raggiunse con The caretaker (1960), cui seguì The dumb waiter (1960). Queste prime pièces, come anche il grottesco The homecoming (1964), sono conosciute come ‘commedie della minaccia’, in cui viene esplorato soprattutto il tema della comunicazione, la sottomissione al potere, l'isolamento, l'insicurezza. Tutte le sue opere, pur nella loro diversità, hanno in comune delle caratteristiche fondamentali: le situazioni sono quotidiane, avvolte da un alone di mistero e minaccia a volte angoscioso, in esse si muovono personaggi con motivazioni non spiegate e ambigue, che si esprimono attraverso un dialogo teso e serrato, con ritmi precisi, di cui il silenzio è parte integrante; il linguaggio è solo apparentemente naturale. Negli anni Sessanta, parallelamente all'attività teatrale, incominciò quella radiofonica e televisiva con The collection (1961) e The lover (1963) e, successivamente, quella cinematografica collaborando prima con J. Losey per la realizzazione di alcuni importanti film (The servant, 1962; Accident, 1967; The go between, 1970), e poi con E. Kazan (The last tycoon, 1976), K. Reitz (The French lieutenant's, 1981) e K. Branagh (Sleuth, 2007); si dedicò inoltre alla stesura della sceneggiatura sull’opera completa di M. Proust che non divenne mai film, ma fu pubblicata (The Proust screeenplay, 1978; trad. it. 1987) e andò in scena a teatro (Londra, 2000). Negli anni Settanta si dedicò maggiormente alla regia, cominciando come regista associato al Royal national theatre (1973); dopo le ‘commedie della memoria’ (Memory plays, 1968-71), Old times (1971); No man's land, (1975); Betrayal (1978), nelle sue nuove opere, segnate da un maggiore impegno politico e sociale, affrontò temi più drammatici con A kind of Alask (1982); Victoria station (1982); One for the road (1984), sulla tragedia dei desaparecidos argentini; Mountain language (1988), sull’oppressione politica, dopo un suo viaggio in Turchia; Ashes to ashes (1996), sulla Shoah. Tornò invece ai suoi temi preferiti recuperando dialoghi ironici e i conflitti tra reminiscenze e illusioni della piccola borghesia con Moonlight (1993), cui hanno fatto seguito Celebration (1999) e Remembrance of things past (2000), Press conference (2002), Apart from that (2006). È stato autore anche di racconti e poesie (Poems and prose 1949-1977, 1978;  War, 2003).

Vedi anche
Mario Luzi Luzi ‹-zzi›, Mario. - Poeta e saggista italiano (Firenze 1914 - ivi 2005); ha insegnato letteratura francese nell'università di Firenze. Fin dall'esordio (La barca, 1935), recò nella cultura poetica dell'ermetismo una più risoluta opzione per il "passo profondo" del tempo umano. Alle raccolte apparse ... Joseph Losey Losey ‹lòʃi›, Joseph. - Regista cinematografico statunitense (La Crosse, Wisconsin, 1909 - Londra 1984); dapprima attore e regista al Theatre Guild (tra le sue più note regie si ricorda il Galileo di Brecht, 1945, con Ch. Laugthon), realizzò poi per il Federal Theatre i Living Newspapers. Passato al ... Carlo Cécchi Cécchi, Carlo. - Attore e regista italiano (n. Firenze 1942). Fin dalle esperienze con la cooperativa Granteatro da lui fondata nel 1971, sia come regista, sia come interprete caratterizzato dalla recitazione fortemente antinaturalistica, ha perseguito una forma di teatro in cui il recupero del teatro ... Karel Reisz Reisz ‹rèis›, Karel. - Regista cinematografico (Ostrava Moravská 1926 - Londra 2002); uno degli iniziatori del "free cinema" inglese, esordì con documentarî, essenziali e precisi, su aspetti della vita quotidiana (Momma don't allow, 1956, con T. Richardson; We are the Lambeth boys, 1958). Passò poi al ...
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