MEMLINC, Hans
Pittore, nato circa il 1433, morto a Bruges l'11 agosto 1494. Documenti attestano che nel 1477 egli eseguì per la gilda dei librai e alluminatori di Bruges un dipinto d'altare a 4 sportelli; che nel 1480 comprava case a Bruges e vi accoglieva come allievo un Jan Verhannemen, cui nel 1483 si aggiunse un Paschier van der Meersch. Si hanno anche argomenti per fissare la data di alcune sue opere: a prima del 1469, il trittico detto di sir Downe (castello di Chatsworth), al 1472 la Vergine con committente (Vienna, coll. Liechtenstein); al 1478, i ritratti dei Moreel (Bruxelles, museo) e della loro figlia Maria, detta la Sibilla Sambetha (Bruges, ospedale di S. Giovanni); al 1479 lo Sposalizio mistico di S. Caterina e l'Adorazione dei Magi (Bruges, ospedale di S. Giovanni); al 1480 Le sette gioie della Vergine (Monaco, Pinacoteca) e la Deposizione (Bruges, ospedale di S. Giovanni); al 1484 il S. Cristoforo, S. Mauro e S. Egidio (Bruges, Accademia); al 1487, La Vergine e il donatore Martin van Nieuwenhove (Bruges, ospedale di S. Giovanni); al 1489 La famiglia Floreyns ai piedi della Vergine (Parigi, Louvre); al 1491 il polittico della Passione (Lubecca, chiesa di S. Maria).
In mancanza di notizie o per le contraddizioni di quelle che si posseggono, non è mai stato possibile risolvere definitivamente i quesiti: se l'ortografia del nome dell'artista sia Memling o Memlinc; dove egli sia nato, se a Mümling, a Mümmlingen, o a Mümmelingen, in Germania, o a Medenblinck o Memelinc, nei Paesi Bassi settentrionali; s'egli, prima di stabilirsi a Bruges (1467-68), sia stato a Colonia, nella bottega di S. Lochner, o a Bruxelles, o a Lovanio, o a Valenciennes, nelle botteghe di Roger van der Weyden, o di Thieny Bouts o di Simon Marmion.
Vi sono uguali probabilità che il M. sia venuto a Bruges dal nord dei Paesi Bassi o dalla Germania. Sono da respingere gli aneddoti romantici che hanno avuto già credito e che hanno presentato il M. come un soldato crapulone ferito alla battaglia di Nancy, raccolto dalle suore dell'ospedale di S. Giovanni, ecc. Risulta che giunto a Bruges, il M. vi acquistò subito fama e vi comprò dei beni, lavorando per i dignitarî dell'ospedale di S. Giovanni, per le corporazioni, per le autorità della città e indubbiamente anche per T. Portinari, il potente agente dei Medici a Bruges.
Le prime opere di data press'a poco certa attestano che, quando si stabilì a Bruges, egli era già nel pieno possesso dei suoi mezzi artistici. Si notano, è vero, reminiscenze di opere dei suoi predecessori, specialmente di Roger van der Weyden; ma ciò non sorprende, poiché egli prosegue la magnifica tradizione fiamminga, in cui porta la profonda originalità propria. Non ha nulla del vigore realistico e della visione intensa, di Jan van Eyck; nulla delle attitudini drammatiche del van der Weyden o di Hugues van der Goes. Il suo temperamento è contemplativo; la sua squisita sensibilità si compiace e si manifesta nelle espressioni immobili dell'adorazione, della preghiera, dell'estasi. Il genio positivo della razza fiamminga aveva assunto una forma artistica imperiosa nell'opera di Jan van Eyck; sarà invece compito del M. rivelare, di quella razza, la vita interiore.
Questo carattere, impresso in tratti essenziali - composizione della scena, fisionomia dei personaggi - si trova già nel trittico di sir Downe (1469): la Madonna col Bambino tra angioli, santi e devoti. In seguito il maestro perfezionerà questa composizione, dandole più splendore, maggiore raffinatezza, senza però modificarne il carattere. In questa categoria si debbono raggruppare i capolavori all'ospedale di S. Giovanni: Il matrimonio mistico di S. Caterina, l'Adorazione dei Magi, il dittico van Nieuwenhove, nonché la Vergine adorata dalla famiglia Floreyns e la Vergine adorata da un donatore del Louvre, la Vergine del Kaiser-Friedrich-Museum di Berlino, dittico, il cui secondo sportello si trova agli Uffizî, ecc. Né azione, né gesto. E l'espressione raccolta nelle fisionomie dei personaggi; la bellezza pacata della decorazione architettonica, dai vani della quale si scorgono incantevoli scorci di paesaggi; le sottili armonie coloristiche; tutto concorre ad accrescere i significati spirituali della scena. Davanti al trittico di S. Cristoforo (Bruges, Accademia), in cui le figure si profilano contro un paesaggio profondo e limpido, e davanti alla Vergine con due angioli (Firenze, Uffizî), opera che appartiene alla fine della carriera del maestro e nella quale appaiono elementi decorativi (putti, ghirlande) d'origine italiana, l'impressione è identica. Il reliquiario di S. Orsola (Bruges, ospedale di S. Giovanni) è giustamente celebre. Le composizioni che lo adornano e che illustrano la leggenda della santa sono di un'arte delicatissima, hanno qualcosa della miniatura, come Le sette allegrezze della Vergine (Monaco, Pinacoteca) e la Passione (Torino, Pinacoteca). Queste opere, con le loro scene distribuite in un vasto paesaggio, rivelano l'influsso delle rappresentazioni dei Misteri. L'espressione drammatica non è molto forte in queste opere, come anche nella Deposizione (Bruges, ospedale di S. Giovanni), nella Crocifissione (Lubecca, chiesa di S. Maria), nel Calvario (Venezia, Accademia, e Vicenza, Museo municipale) e, infine, nel Giudizio universale (Danzica, chiesa parrocchiale), di attribuzione molto dubbia.
Numerosi ritratti isolati attribuiti al M. si trovano nei musei di Bruxelles e d'Anversa, nella Galleria nazionale d'arte antica a Roma, a Firenze, all'Accademia di Venezia, nella National Gallery di Londra (proveniente dalla collezione Salting), ecc. Sono quadri di fattura brillante, graziosa e agile su bei fondi di paesaggio.
V. tavv. CLIII e CLIV.
Bibl.: K. Voll, M. Des Meisters Gemälde (Klassiker d. Kunst), Stoccarda e Lipsia 1909; Weale, H. M., Londra 1921; M. J. Friedländer, Die altniederländische Malerei, VI, Berlino 1928; H. V., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIV, Lipsia 1930.