HOLBEIN, Hans (il Giovane)
Pittore e incisore in legno. Nacque nel 1497 in Augusta, morì a Londra nel 1543. Imparò l'arte dal padre H. H. il Vecchio, a diciassette anni si trasferì a Basilea, dove lavorò come aiuto da Hans Herbster. I ritratti del borgomastro di Basilea Jakob Meyer e della consorte (1516) rivelano già una nuova concezione pittorica, più progredita della fine e complessa arte ritrattistica del padre. Già nel 1517 il H. lavorava per conto proprio a Lucerna, ove affrescò l'interno e la facciata principale della casa dello Schultheiss (sindaco) di Hertenstein con episodî della storia antica, tra l'altro un Trionfo nella maniera del Mantegna e scene della vita quotidiana. Appartengono a questi anni passati in Lucerna (1517-19) i primi disegni per vetrate in cui già s'annunzia lo stile del Rinascimento italiano. Ed è certo il desiderio di conoscere quest'arte nel suo paese d'origine che spinse l'artista a varcare il Gottardo nell'estate del 1518. Sebbene il suo soggiorno in Italia non sia accertato da documenti, la dimestichezza che ebbe con il repertorio formale del Rinascimento italiano e la profonda conoscenza della tecnica della pittura lombarda lo fanno apparire sicuro. Decisiva per la sua posteriore evoluzione fu l'influenza dell'architettura e della decorazione plastica dei Rodari a Como, del Bramante a Milano, dell'antica scuola pittorica milanese e dell'arte del Mantegna. Nel settembre 1519 il H. è nuovamente a Basilea, dove si stabilisce come maestro, acquistandovi nel 1520 i diritti civici e fondandovi una propria famiglia. Negli ambienti culturali e politici allora al potere trovò influenti mecenati (il borgomastro Meyer, Amerbach, Erasmo di Rotterdam). Strinse pure relazioni con gli editori di Basilea, allora celebri, fornendo illustrazioni per i loro libri a stampa. Anche a Basilea gli furono commesse due opere di carattere monumentale, e precisamente la decorazione pittorica di una facciata (Haus zum Tanz), in cui si compiacque di rappresentare fedelmente un ricco palazzo del Rinascimento di gusto lombardo, e quella della sala del consiglio nel palazzo comunale (1521), in cui dipinse una serie di rappresentazioni della Giustizia e dell'arte politica antica, opera nota come una delle prime eseguite oltralpe nello stile del Rinascimento. Sono inoltre da annoverare fra le opere più importanti di quest'epoca, il ritratto di Bonifacio Amerbach (1519), la pala con otto scene della passione, il polittico di Friburgo, la predella con il corpo di Cristo (1521) e la Madonna di Soletta (1522). Esplicandosi in forma molteplice, la sua arte giunse a piena maturazione tecnica e formale. Nel 1524 egli si recò in Francia ove conobbe l'arte dei Clouet (v.), di cui adottò poi la tecnica del disegno con gessi colorati. Entrato in relazione, durante questo viaggio, con gli stampatori lionesi, disegnò loro negli anni seguenti le due celebri serie d'incisioni in legno Imagines mortis e Icones Veteris Testamenti. Appartengono allo stesso periodo il ritratto di Erasmo e del Paracelso, gli sportelli dell'organo della cattedrale e la Madonna del borgomastro Meyer (Darmstadt) con importanti studî per le teste, una delle più pure e belle creazioni del Rinascimento d'oltralpe. La penuria di ordinazioni, dovuta alla Riforma, lo spinse a trasferirsi in Inghilterra nell'autunno del 1526. Durante il viaggio ebbe occasione di studiare l'arte fiamminga e di visitare in Anversa Quentin Matsys, considerato allora come il maestro più importante della pittura fiamminga. H. acquistò presto in Inghilterra fama di ritrattista e ritrasse, oltre gli amici di Erasmo, a cui era stato raccomandato, anche membri della corte. Sono di questo periodo il ritratto della famiglia del cancelliere Tommaso Moro, il ritratto dell'arcivescovo di Canterbury e dello scudiero di Enrico VIII, sir Henry Guildford e della sua consorte.
Nel 1528 il H. tornò a Basilea, e vi terminò gli affreschi del palazzo comunale; dipinse anche il celebre ritratto della moglie con i due figli (Museo di Basilea). Non essendo migliorata la situazione a Basilea, si trasferì nel 1532 in Inghilterra, ove allargò le proprie conoscenze mercé le sue relazioni con i mercanti tedeschi, divenendo pochi anni dopo pittore aulico di Enrico VIII.
Sebbene la sua attività fosse eminentemente di ritrattista - fino alla morte fu l'artista più ricercato e prediletto della società aulica - egli si occupò anche di decorazione e di arti minori. Le decorazioni della sala delle feste nello Stahlhof, sede dei mercanti tedeschi a Londra, gli affreschi nelle Privy-Chambers del castello di Whitehall, i disegni per armi, monili, medaglioni e servizî da tavola in metalli preziosi ove, in dipendenza da modelli francesi, si rivela un più raffinato senso stilistico, stanno a testimoniare di un non comune senso della bellezza.
H. fu l'unico artista d'oltralpe che comprese l'intimo spirito del Rinascimento e seppe esprimerlo in forma monumentale di nuova classica bellezza. Raggiunse tanto nella pittura quanto nel disegno una perfezione tecnica non sorpassata.
Opere principali del maestro si trovano nelle collezioni di Basilea, Berlino, Firenze, Francoforte, L'Aia, Parigi, Londra, castello di Windsor. Purtroppo tutti gli affreschi del Holbein sono scomparsi e noti solo da schizzi o da copie. Le principali collezioni di disegni sono a Basilea, Londra e nel castello di Windsor. (V. tavv. CXXV e CXXVI e tav. a col.).
Bibl.: A. Woltmann, H. u. seine Zeit, 2a ed., Lipsia 1874; P. Ganz, H. (Klassiker der Kunst, XX), Stoccarda e Lipsia 1912; A. B. Chamberlain, H. H. the Younger, Londra 1913, voll. 2; H. A. Schmid, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XVII, Lipsia 1924 (con ampia bibl.); U. Christoffel, H. H. d. J., Berlino s. a. (c. 1925); F. Saxl, Studien über H. H. d. J., in Belvedere, X (1926), pp. 139-54; F. Baumgart, H. H. d. J. als Bibelillustrator, Berlino 1927; W. Stein, H. H. d. J., Berlino 1929; W. Cohn, Der Wandel d. Architekturgestaltung i. d. Werken H. H. d. J., Strasburgo 1930; P. Ganz, Handzeichnungen H. H. d. J., Ginevra e Parigi 1926-32 (i vol. di testo e 8 d'illustrazioni).