KINCK, Hans Ernst
Scrittore norvegese, nato a Øksfjord l'11 ottobre 1865, morto a Oslo il 15 ottobre 1926. Trascorse l'infanzia a Sætesdalen, e la giovinezza a Hardanger, dove il padre era medico. Visse a lungo in Italia come giornalista, occupandosi di arte e di poesia (v. Italien og vi, L'Italia e noi, 1924) e mandando corrispondenze politiche sulle personalità e sugli avvenimenti del giorno (v. la raccolta d'articoli Italienere, 2ª ed., 1926).
Più che di storico (v. En penneknegt, Uno schiavo del denaro - sull'Aretino -, 1911; Renæssancemennesker, Uomini della Rinascenza - sul Machiavelli -, 1916) ebbe qualità di critico (v. Stammens röst, La voce della stirpe - sulla poesia italiana da Carducci a D'Annunzio -, 2ª ed., 1926); ma studî di storia ed esercizî di critica non gli furono, in fondo, se non un complemento della propria opera poetica. La quale - dopo un breve esperimento di romanzo naturalistico (Huldren, La fata, 1892, e Ungt folk, Giovane popolo, 1893) - è tutta in quel tono lirico-impressionistico, che verso la fine del secolo fu proprio di gran parte della letteratura in Europa, e, con Hamsun, precisamente in Norvegia, ebbe forse il più grande interprete. La diretta esperienza della vita dei contadini nelle regioni dove aveva trascorsa l'infanzia e la giovinezza, gli offerse una prima materia adatta al suo temperamento d'artista (v. Flagermus-vinger, Ali di pipistrello, 1895, e le successive raccolte di novelle: Fra hav til hei, Dal mare al monte, 1897; Vaarnætter, Notti di primavera, 1901; Masker og Mennesker, Maschere e uomini, 1909; Kirken brænder, La chiesa brucia, 1917; Guldalder, L'età dell'oro, 1920; Fra Fonneland til Svabergsveen, Da F. a S., 1922). Ma, natura sensibile e meditativa, satura di esperienze culturali, fu presto portato verso una via diversa da quella percorsa da Hamsun: verso l'indugio negli oscuri fondi dell'anima, verso l'analisi di ciò che è crepuscolo d'istinti o febbre di fantasia (Trækfugle on andre novellen, Uccelli di passo e altre novelle, 1899; Naar kærlighed dør, Quando l'amore muore, 1903). Oppure fu portato verso il problema del rapporto dell'individuo con la propria razza, con il proprio popolo, sentito esteticamente come una potenza di natura in cui l'individuo trova la sua forza e il suo dramma, le ragioni della sua vita e della sua morte. Nei riguardi del popolo norvegese il problema è trattato - oltreché in saggi varî (Rormanden overbord, Rematore in mare, 1920; Mange slags Kunst, Arte di vario genere, 1921; Storhetstid, Tempo di grandezza, 1922) - in una serie di romanzi, fra cui Herman Ek (1923), fusione di due romanzi anteriori Sus (Turbinio, 1896) e Hugormen (La vipera, 1898); Emigranter (Emigranti, 1904); Præsten (Il parroco, 1905, trad. ital. col titolo: Le tentazioni di Nils Brosme); Sneskavlen brast (La coperta di neve si è spezzata, 1918-19); e in una serie di drammi, fra cui Driftekaren (L'impetuoso, 1908), potente rappresentazione dell'interno disgregamento di uno spirito che troppo sopravanza al suo popolo e al suo tempo ed è perciò condannato a naufragare in sé medesimo. E con non minore impegno il problema è posto anche nei riguardi dell'Italia, particolarmente dell'Italia del Rinascimento, in tutta un'altra serie di drammi: Agilulf den vise (Agilulfo il saggio, 1906); Den sidste gjest (L'ultimo ospite, 1910, sull'Aretino); Bryllupet i Genuta (Le nozze a Genova, 1911); Lisabettas brødre (I fratelli di Elisabetta, 1921); Mot Karneval (Verso il Carnevale, 1915, sul Machiavelli). Tuttavia, anche per questa parte dell'opera di K., più che nel disegno di evocazioni storiche o d'interpretazioni etniche, la poesia veia è nata da quel medesimo romantico atteggiamento di moderno esteta, da cui già l'altra poesia sua aveva tratto origine: dal sentimento dell'inconciliabilità fra realtà e poesia, fra sogno e azione; dall'intuito dei segreti delle anime, dove voluttà e sofferenza sono insieme fuse.
Bibl.: A. Krogvig, Nordisk digtning, Cristiania 1912; id. Böker och menesker, Oslo 1919; C. Gierlöff, H. E. K., Oslo 1923; e cfr. anche la raccolta: H. E. K. Et eftermæle, Oslo 1927.