Fisico (Rudkøbing, Langeland, 1777 - Copenaghen 1851). Nel 1794 fu ammesso all'univ. di Copenaghen dove studiò chimica, farmacia, fisica, astronomia e matematica, dedicandosi tuttavia anche a uno studio approfondito della filosofia naturale kantiana, quale risultava soprattutto dai Metaphysische Anfangsgründe der Naturwissenschaft. La sua tesi di dottorato (1799), Dissertatio de forma metaphysica elementaris naturae exterioris, riflette essenzialmente questi interessi, che lo condussero nel 1801 a stringere conoscenza personale, durante un viaggio in Germania, con importanti esponenti della Naturphilosophie tedesca, come il norvegese H. Steffens, legato a Schelling, F. Baader e, soprattutto, J. W. Ritter, impegnato in ricerche sul galvanismo. Legata a Ritter è la difesa del sistema chimico di J. J. Winterl (fondato su una dualità di sostanze-principio, Andronia e Thelyke, che avrebbero spiegato i fenomeni dell'acidità-basicità e dell'elettricità) intrapresa nella Übersicht der neusten Fortschritte der Physik (1803). Tornato a Copenaghen e divenuto professore nel 1806, Oe. pubblicò nel 1812 una Ansicht der chemischen Naturgesetze dove la concezione dinamicistica di Kant, Fichte e Schelling conduce ad affermare un'identità delle forze chimiche ed elettriche e alla fondazione del "conflitto" chimico tra acidi e basi sulle forze di attrazione e repulsione generatrici della materia. Alla visione, connessa con queste speculazioni, della corrente elettrica non già come flusso uniforme, bensì come "conflitto" di forze continuamente ristabilito, si ricongiunge l'ideazione del celebre esperimento della primavera 1820 con cui fu dimostrata pubblicamente l'esistenza di un'azione dell'elettricità sul magnetismo. La scoperta dell'elettromagnetismo fu annunciata nello scritto Experimenta circa effectum conflictus electrici in acum magneticam (1820) ed ebbe subito grande risonanza nel mondo scientifico a seguito di ricerche da parte di F. Arago, A.-M. Ampère, J. Chr. Poggendorff, M. Faraday e molti altri.