BARON, Hans
Storico, nato a Berlino il 22 giugno 1900; libero docente di storia medievale e moderna a Berlino dal 1929 al 1933, fu costretto a lasciare la Germania, al momento dellá campagna razziale; assistent-professor di storia presso il Queen's College di Oxford (1939-42); lettore di storia nella Johns Hopkins University (1946-47); "research fellow and bibliographer" dal 1949 nella Newberry Library di Chicago.
Risentì largamente, nella formazione giovanile, l'influenza di W. Dilthey, di W. Jaeger (specie per la concezione della dimensione "politica" entro cui si attua il concreto agire dell'uomo nella storia) e delle vivaci esperienze politico-culturali delle università tedesche dopo la prima guerra mondiale, accogliendo accanto a spunti e motivi marxisti soprattutto la problematica sociologica di E. Troeltsch e di M. Weber. Esordì con Calvins Staatsanschanung und das konfessionnelle Zeitalt (Monaco 1924), dove si avverte, nell'intento di comporre un sistema unitario di etica e di politica, la lezione troeltschiana-diltheyana; ma presto prese ad interessarsi del Rinascimento, e di quello italiano in particolare, al quale ha dedicato sinora quasi esclusivamente la sua indagine di studioso.
L'importanza del B. in questo campo è nell'aver posto in rilievo con originale vigore interpretativo la componente "civile", la sostanziale unione di politica e di cultura del pensiero umanistico fiorentino alle soglie del '400, che egli contrappone nella sua peculiarità all'inquieto e oscillante umanesimo dell'ultimo '300 (da qui il B., pur mostrando sempre scarso interesse per il problema della periodizzazione e della continuità o frattura tra Medioevo e Rinascimento, prende sull'argomento netta posizione) e che vede esemplarmente espressa dal Bruni, in quel fermento di ideali morali e civici che va dal Salutati al Palmieri e in quel dibattito sulla "florentina libertas" scaturito inizialmente di fronte alla minacciosa pressione viscontea su Firenze. Tale tematica il B. è andato approfondendo dal saggio Bruni and the civic humanism of Florence, premesso all'edizione da lui curata Leonardo Bruni Aretino, Humanistisch-philosophische Schriften, Lipsia-Berlino 1928, al Cicero and the Roman civic spirit in the Middle Ages and the early Renaissance, in Bulletin of the Johns Rylands Library, XXII (1938), pp. 72-97, che sottolinea il valore della riscoperta del più genuino pensiero ciceroniano, liberato da incrostazioni medievali, per la formazione di una nuova etica statale, attraverso una serie di articoli pubblicati in numerose riviste straniere e italiane tra il 1930 e il 1938, fino ai due più recenti ed ampî lavori che hanno sintetizzato un'esperienza trentennale di indagine storica e filologica, offrendo nuovi risultati e nuove prospettive di ricerca e suscitando vasto interesse e discussioni: The crisis of the earl Itafian Renaissance. Civic humanism and republican liberty in an age of classicism and tyranny, 2 voll., Princeton 1955, e Humanistic and political literature in Florence and Venice at the beginning of the Quattrocento, Cambridge, Mass., 1955.
Bibl.: G. Cervani, Il Rinascimento ital. nella interpretazione di H. B., in Nuova Rivista storica, XXXIX (1955), pp. 492-503; G. Sasso, "Florentina libertas" e Rinascimento ital. nell'opera di H. B., in Rivista storica italiana, LXIX (1957), pp. 250-76; W. K. Ferguson, The interpretation of Italian humanism: the contribution of H. B., in The Journal of the History of Ideas, XIX (1958), pp. 14-25.