HĀMŪN (A. T., 92)
N Il nome, (lett. "piana, steppa") che nella parte SE. della regione iranica indica in genere ogni raccolta d'acqua stagnante, si applica per antonomasia alla grande depressione del Seistan settentrionale, tagliata a mezzo dal confine persiano-afghano, detta di solito Hāmūn-i Hilmend. I diversi specchi lacustri che qui s'adagiano nelle zone più basse (490-500 m.) del deserto onde son circondati, vengono, nella stagione delle piogge (primavera), ingrossati dalle acque del Hilmend, del Khasb, del Farah, e dell'Adraskand, che vi mettono foce, e dilagano in modo da formare (in media una volta ogni cinque anni) un'unica immensa palude, che abbraccia anche il Gadw-i Zirreh e copre così oltre 4500 kmq. Oscillazioni analoghe presentano altri hāmūn della stessa zona, fra cui notevoli per ampiezza il Giaz Morian (Belūcistān ‛Agiamī) e lo Hāmūn-i Mashkhel (Belūcistān). V. anche la voce Hilmend.
Bibl.: G. P. Tate, Seistan: a memoir on the History, Topography, Ruins and People of the Country, Calcutta 1910.