HAMADĀN (in arabo Hamadhān, A. T., 81-92)
Provincia e città della Persia occidentale, sul rovescio dello Zagros, dove gli ultimi sproni di questo si affacciano all'altipiano interno. Dalla lunga fascia montuosa che forma a O. il confine verso il finitimo Kermānshāh, e si aderge nell'elevato (3260 m.) picco granitico del Kūh-i Alvand (Elvend, l'Orontes delle fonti classiche), le acque scendono al bacino del Karaçay, che finisce nella laguna salata del Daryā-i Namak, a S. di Teheran. Lungo la valle superiore e media del fiume corrono le vie di comunicazione fra le regioni dello Zagros e le due capitali del regno persiano, l'antica a S. (Iṣfahān) e la moderna a E.; mentre sull'opposto fianco dell'Elvend è facile scendere, lungo il Karasu (che forma il corso superiore del Karun), all'‛Irāq centrale (Baghdād per Kirmānshāh) e al Golfo Persico (al-Baṣrah).
A questa posizione favorevole per gli scambî fra Mesopotamia e Iran, la provincia unisce il vantaggio della ricchezza d'acque che le viene dal suo margine montagnoso, e, perciò, la possibilità delle colture nelle zone prossime a questo. L'altipiano ben irrigato è punteggiato di villaggi (oltre 400 nella provincia), i cui abitanti (350 mila circa, di cui oltre una metà Turchi Karagözli) sono per lo più agricoltori e insieme, almeno in parte, pastori. Fra i prodotti principali figurano, oltre ai cereali destinati all'alimentazione locale (grano soprattutto), il tabacco, il papavero e il cotone; ma notevoli sono anche lo zafferano, la vite (per zibibbo) e gli ortaggi. Con l'allevamento è connesso lo sviluppo delle industrie domestiche tradizionali del cuoio.
La capitale, che sorge a 1914 m. s. m., sulle falde settentrionali dell'Elvend, occupando il luogo dell'antica Ecbatana (v.), conserva importanza, oltre che come nodo stradale, anche come centro dell'industria locale del cuoio e dei lavori di rame, assai pregiati artisticamente, e quale meta di pellegrinaggi per gli Ebreei persiani, ospitando una delle più numerose, se non la più numerosa comunità israelitica del regno (4000 persone).
La popolazione totale può essere valutata a circa 25 mila ab. La città è caratteristica per le sue vie strette, chiuse dal cosiddetto gheceh bandī (chiusura notturna) ossia da porte che si serrano la notte e, all'occorrenza, anche di giorno per evitare disordini e rivolte non infrequenti fra le inquiete tribù della regione.
Le frequenti distruzioni e saccheggi cui Hamadān è andata soggetta hanno lasciato sussistere pochi monumenti antichi. Fuori della cinta attuale di mura sono le vestigia della rocca che forse sorgeva nel luogo della città medo-persiana. Ancor visibile è invece la tomba di Avicenna, morto in Hamadān nel 428 èg. (1037 d. C.).