LAXNESS, Halldór (Gudhjónsson) Kiljan
Romanziere, poeta e drammaturgo islandese, nato a Reykjavik il 23 aprile 1902; premio Nobel 1955 per la letteratura. Dopo studî compiuti nell'Istituto Superiore della capitale, scrisse il suo primo romanzo: Barn náttúrunnar ("Figlio di natura", 1919), effusione mistico-religiosa che già contiene in germe alcuni dei motivi fondamentali della narrativa posteriore. Viaggiò lungamente nei paesi nordici, in Germania, in Inghilterra e negli Stati Uniti. La sua conversione religiosa al cattolicesimo, sotto l'influsso di letture di Strindberg, S. Undset, G. Papini, è narrata in romanzi autobiografici come Undir helgahnúk "Sotto la vetta sacra", 1924; Vefarinn mikli frá Kasmír, "Il gran tessitore del Kashmir", 1927); la sua susseguente apostasia e la conversione al comunismo in Althýdhubókin "Il libro del popolo", 1929). Stabilitosi definitivamente in patria, il suo ritorno, sia pur fra riserve polemiche, alla grande tradizione narrativa islandese è segnato da una serie di romanzi paesani.
In questi il motivo religioso della redenzione umana si configura spesso in drammatica antitesi a quello della giustizia sociale: Thú vínvídhur hreini ("Tu pura vite", 1931), Fuglinn í fjörunni, ("L'uccello sulla riva", 1932), Íslandsklukkan ("La campana d'Islanda", 1943). Anche dopo la fine della guerra quei due motivi variamente s'intrecciano nei romanzi satirici (Gerpla, "Eroica", 1952) e nei drammi Silfurtunglídh, "La luna d'argento", 1954), non di rado appesantiti da intenti pedagogici.
Bibl.: P. Hallberg, Halldór K. Laxness, 2 voll., Stoccolma 1954-56; M. Gabrieli, Storia delle letterature della Scandinavia, Milano 1958.