HĂLĀKĀH (dal verbo hālak "andare", quindi "cammino", "direzione")
Con questo nome si designa collettivamente l'insieme degli elementi giuridici della dottrina tradizionale giudaica, quale venne costituendosi dopo che, in seguito all'opera di ‛Ezrā (sec. V a. C.), il Pentateuco fu accettato dalla generalità degli Ebrei come legge fondamentale. In senso specifico hălākāh (plur. hălākōt) può designare anche la singola norma giuridica.
La hălākāh comprende elementi differenti tra loro di carattere, d'origine, e d'età. Vi si possono distinguere: a) antiche consuetudini non accolte nei testi del Pentateuco, ma perpetuatesi ininterrottamente nella società giudaica; b) nuovi istituti e nuove norme giuridiche che si vennero creando nel giudaismo per la necessità dei tempi nuovi, o che al giudaismo provennero da altri diritti o da altre civiltà; c) risultati dell'evoluzione (formalmente dell'"interpretazione") delle leggi contenute nel Pentateuco, sotto l'influsso delle mutate condizioni sociali e politiche, e risultati dell'applicazione delle dette leggi a casi nuovi e a situazioni nuove; d) risultati dell'esegesi del Pentateuco.
Poiché, in conformità della consueta concezione orientale, unica fonte di diritto era considerata la rivelazione divina, e alle autorità umane non si riconosceva la facoltà di emanare leggi, ma solo quella d'interpretare e applicare la legge rivelata, tutta quanta la hălākāh, anche quella che di per sé stessa era indipendente dal testo biblico, veniva di solito dai dottori ricollegata con esso testo mediante l'esegesi o midrāsh (letteralmente "investigazione", "ricerca"), la quale pertanto veniva spesso ad avere un carattere alquanto artificioso. Solo per alcune singole hălākōt si ammetteva che non fossero collegate col testo del Pentateuco, considerandole però come hălākāh lĕ-Mōsheh mi-Sīnay, ossia come hălākāh rivelata a Mosè sul Sinai, e a lui affidata perché fosse trasmessa oralmente. In genere, tutto l'insieme della hălākāh fu considerato coesistente, almeno in germe, alla legge scritta, in qualità di "legge orale", fino dalla rivelazione sinaitica. E oralmente essa fu per lungo tempo tramandata; non era anzi considerato lecito di porla per iscritto: unica legge scritta doveva restare il Pentateuco.
La vastità sempre crescente del materiale fece in progresso di tempo sentire la necessità di un ordinamento, a cui si provvide sia in forma di midrāsh, disponendo cioè le hălākōt secondo l'ordine dei testi biblici a cui esse si collegavano e mettendo in rilievo questa colleganza (v. midrāsh), sia invece disponendole in ordine sistematico per materia. L'ordinamento sistematico ebbe il suo compimento nella Mishnāh (v.), codice della hălākāh redatto da Yĕhūdāh ha-Nāsī (v. giuda il santo), alla fine del sec. II d. C. Se la Mishnāh fu posta per iscritto già da Yĕhūdāh ha-Nāsī , ovvero se anche dopo la sua redazione essa continuò per qualche secolo a esser tramandata solo per mezzo dell'insegnamento orale, è discusso; probabile è la seconda ipotesi.
Monumento della successiva evolusione che sulla base della Mishnāh la hălākāh venne compiendo nelle scuole dei dottori è il Talmūd (v.): della sua evoluzione posteriore al Talmūd la letteratura dei Gĕ'ōnīm (v.) e la successiva letteratura rabbinica fino ai nostri giorni.
Bibl.: H. L. Strack, Einleitung in Talmud und Midraš, 5a ed., Monaco 1921, passim, e la bibliografia ivi citata.