Vedi HADRUMETUM dell'anno: 1960 - 1973 - 1995
HADRUMETUM (᾿Ασρύμητος, Hadrumetum)
Colonia dapprima fenicia e poi romana, sulla costa E (sahel) della Tunisia, odierna Sousse. La zona della città antica è occupata in gran parte dalla città moderna.
Secondo la tradizione, H. sarebbe stata fondata dai Tirî in un'epoca non precisata. Ignoto è anche il significato del nome.
La rovina più importante che rimane a Sousse dell'epoca fenicia è il santuario destinato ai sacrifici Molk (Tophet), che è situato sotto la chiesa cattolica. Le più antiche offerte non risalgono oltre il VI sec. a. C., il che contraddice alla tradizione che la città sia stata fondata in epoca molto antica. Come a Cartagine, le urne contenenti ossa calcinate di bambini sono accompagnate da cippi o da stele che talvolta portano una iscrizione, ed in generale un simbolo della divinità, Dalla conquista romana in poi, le ossa di bambini sono sostituite da ceneri di animali. Il santuario viene abbandonato nel I sec. a. C. Necropoli puniche esistono pure nelle vicinanze della città, ma rimane ignota la posizione degli edifici e dei porti.
Dopo la distruzione di Cartagine, H. fu una delle sette città libere incuneate nella provincia d'Africa. Al principio dell'Impero una colonia giulia si installò forse a lato della città indigena. In ogni modo Traiano formò dell'insieme una colonia.
Di costruzioni romane a Sousse non rimane nulla, ad eccezione delle cisterne. Vi si sono trovati però numerosissimi mosaici che ornavano il pavimento delle ville. I più celebri sono quelli della Casa di Virgilio, che risale al principio del III sec. e dalla quale proviene il mosaico con l'immagine del poeta (Tunisi, Museo del Bardo). Le necropoli sono ricche di ceramica figurata.
Episcopato spesso ricordato nelle liste conciliari, H. ha conservato importanti catacombe dalle quali proviene, in particolare, un'immagine del Buon Pastore. All'epoca della conquista bizantina, la città prese il soprannome di Iustinianopolis.
Bibl.: G. Gsell, Hist. anc. de l'Afrique du nord, Parigi 1901, partic. pp. 136-137; P. Cintas, Le sanctuaire punique de Sousse, in Revue Afr., XCI, 1947, pp. 1-8; P. Gauckler, Les mosaïques Virgiliennes de Sousse, in Monum. Piot, IV, 1898, pp. 233-244 (uno dei soggetti, interpretato come l'addio di Enea a Didone, rappresenta invece un baccanale); A. Leynaud, Les catacombes Africaines, Sousse, Susa-Adrumeto 1910, 1922, 1937 (cfr. anche Cabrol-Leclercq, Dictionn. d'Arch. chrétienne, s. v. Hadrumète). Le idicazioni dell'tlas Archéologique de la Tunisie sono invecchiate.