Vedi HADRUMETUM dell'anno: 1960 - 1973 - 1995
HADRUMETUM (v. vol. III, p. 1084 e S 1970, p. 365
Nel corso di nuovi scavi effettuati sotto il patrocinio dell'Unesco, nella periferia meridionale della città, è stata parzialmente riportata alla luce una casa pavimentata a mosaici: un primo livello, in cui il piano pavimentale è ripartito da motivi geometrici molto sobrî, presenta decorazioni a maschere e uccelli, databili alla fine del II sec.; un secondo livello, meglio conservato, è decorato con scene di venationes: nel triclinio quattro bestiari, armati con attrezzi diversi, atterriscono una ventina di animali che corrono attraverso un campo, struzzi, antilopi, orici, addaces, cervi, cavalli selvatici; nelle altre sale sono riconoscibili un venator che sta per uccidere due orsi e amazzoni con elmo, accanto ai loro cavalli, armate di asce bipenni e di peltae. L'interesse della scoperta risiede soprattutto nel fatto che, dopo la distruzione della casa, l'area venne occupata da tombe. A H. ciò si verifica anche nella «Casa delle Maschere» e in quelle del quartiere dell'Arsenale. In questo caso nel cortile interno vennero ritrovate otto sepolture, in una delle quali, accanto ai piedi del morto, era deposto un sacchetto di tela contenente cinque monete di Claudio II, Vittorino e Tetrico, databili tra il 268 e il 273. Dal momento che non si tratta di pezzi di imitazione piu tardi, esse costituiscono un importante elemento di datazione, che suscita numerosi problemi: la data e le cause della distruzione delle case, l'intervallo di tempo necessario perché, sui resti di un quartiere residenziale ormai abbandonato, si insediasse una necropoli. In ogni caso questo dato smentisce l'ipotesi secondo la quale gli edifici di H. sarebbero stati distrutti dal terremoto del 306-310, di cui peraltro nessun resto rivela le tracce.
In una zona relativamente vicina al centro amministrativo della città antica, è venuto alla luce un singolare edificio, chiamato «Casa dei Banchi da triclinio». Tale denominazione deriva dal fatto che in sette sale della casa, più o meno conservate, separate da corridoi e raggruppate intorno a un cortile interno trasformato in seguito in sala ipostila, si sono trovati banchi da triclinio in muratura. Alti m 0,60 e rivestiti di un mosaico che rappresenta un grande tralcio ondulato con andamento sinusoidale, essi misurano c.a m 1,20 di larghezza e sono formati, partendo dal lato interno della sala, da una banda di lastre di marmo allungate, da un bordo verticale a forma di grosso cilindro, decorato con un mosaico a treccia, e infine da una zona più larga, coperta da uno strato di malta cementizia sulla quale andava probabilmente appoggiato un materasso su cui si sdraiavano i commensali. Il pavimento fra i tre banchi è decorato con motivi geometrici e floreali molto delicati che spiccano nettamente sul fondo bianco, con un effetto sapientemente calcolato; una delle soglie superstiti reca l'iscrizione ad castorem, il che fa supporre l'esistenza di una seconda soglia in cui si doveva menzionare Polluce; un'altra reca l'iscrizione ad rosa.
In un momento successivo, alcuni banchi vennero soppressi e furono praticate alcune aperture. In attesa di ulteriori indicazioni cronologiche che potranno scaturire dai futuri scavi, sembrerebbe, a giudicare dallo stile dei mosaici, che la prima fase risalga al II sec. d.C. Problematica resta invece la destinazione dell'edificio e dei suoi numerosi triclini, che implicano il contemporaneo svolgimento di banchetti in sei o sette sale.
Studi sulla scultura. - Sono state di recente riunite in un catalogo e riprese in esame le stele del tofet appartenenti al periodo dell'occupazione romana: quelle più antiche, degli inizi del I sec. d.C., raffigurano ancora motivi di tradizione punica, come scene di offerta, processioni, scene di sacrificio, palme, frontoni e betili, fasci di betili, letti funebri, idoli a bottiglia; nella fase più recente, in cui i motivi sono spesso ispirati ai modelli romani, fa la sua comparsa il montone destinato al sacrificio che, come aveva già dimostrato p. Cintas, si sostituisce simbolicamente al dedicante. L'idolo a bottiglia finisce ora per confondersi col motivo dei tre betili accostati.
Anche per altre sculture romane sono state effettuate nuove precisazioni. Degni di nota, in particolare, sono due documenti inediti: una statua di Saturno e la testa di un Genio rurale. E stato inoltre identificato un frammento pertinente alla raffigurazione di un auriga, di certo un divo del circo, la cui attività è messa in evidenza da numerose tabellae devotionis; si è ristudiata una testa di Antonino Pio, proveniente da un sobborgo di Sousse ed esposta al Museo del Louvre. I documenti di arte ufficiale provengono dalla zona in cui erano situati il centro amministrativo e il foro; nelle vicinanze di quest'ultimo sono state trovate varie raffigurazioni di divinità. Alcuni scarsi documenti provengono da ricche case d'abitazione; altri, in particolare gli stucchi, hanno carattere funerario. I principali tipi di marmi d'importazione sono il cicladico, il pentelico e il proconnesio.
Mosaici. - Dal 1970 in poi, numerosi mosaici sono stati oggetto di nuovi studî e confronti. Ricordiamo tra questi i mosaici con il trionfo di Dioniso, con Ganimede, con Virgilio, il Labirinto, il dio Oceano, i Mesi, alcuni particolari tipi di decorazione e il Theodoulos. Per quanto riguarda gli esemplari conservati attualmente in altri Paesi, saranno ricordate la recente pubblicazione dei mosaici del Louvre, nonché quella del mosaico del leone che attacca un onagro, attualmente conservato al Paul Getty Museum.
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