Poeta ungherese (Szeged 1883 - ivi 1937). Lirico crepuscolare e parnassiano, dalle forme di rara perfezione, specialmente nei sonetti. È una delle maggiori figure della poesia ungherese della prima metà del Novecento. Nei suoi volumi: Új versek 1908-1914 ("Versi nuovi", 1914); Kèső szüret ("Vendemmia tardiva", 1918); Nefelejts ("Non ti scordar di me", 1921); Testamentom (1925); Hárfa ("Arpa", 1929); Fiatalok még itt vagyok! ("Giovani, ancora sono qui!", 1935); Összes művei ("Tutte le opere", 3 voll., 1963) cantò il paesaggio magiaro, la vita di provincia, le vicende storiche della sua nazione, il sentimento religioso e il profondo desiderio d'amore. Morì suicida.