ILLYÉS, Gyula
Poeta e narratore ungherese, nato a Rácegres-puszta il 2 novembre 1902. Studiò a Parigi, ritornò in patria nel 1928. Fu per qualche tempo uno dei redattori di Nyugat e direttore della rivista Magyar Csillag (Stella magiara), ebbe varie volte il premio Baumgarten. Curò l'edizione delle opere postume di Dezső Kosztolányi. Benché non avesse aderito apertamente alla dittatura di Rákosi, potè svolgere la sua attività di scrittore, pur fortemente limitato dalla censura. La sua poesia Egy mondat a zsarnokságról (Una frase sulla tirannia), scritta nel 1950, vide per la prima volta la luce durante l'insurrezione del 1956. Ma già nel 1955, con la Ode a Bartók, aveva manifestato palese ostilità al regime. Vive tuttora in Ungheria.
I motivi sociali compaiono nella sua opera con sempre maggior frequenza (Puszták népe, "Gente della puszta", romanzo, 1936; Lélek és kenyér, "Anima e pane", studî sociali, 1939). Anche se talvolta la sua poesia è infirmata da un troppo scoperto contenuto polemico, sa esprimersi con accenti di commosso lirismo e con suggestiva eleganza formale. Altre opere sono: Oroszország ("Russia", appunti di viaggio, 1934), Összegyujtott versei ("Poesie raccolte", 1940), Kora Tavasz ("Primavera", romanzo, 1941), Két férfi ("Due uomini", romanzo, 1951), Válogatott versei ("Poesie scelte", 1952).