Vedi GYTHEION dell'anno: 1960 - 1973
GYTHEION (Γύϑειον, Γύϑιον; Gytheum e Gythium)
Principale porto della Laconia, citato da numerose fonti (in special modo Liv., xxxiv, 29, 2 e Plin., Nat. hist., iv, 16). L'antica località di G. è posta a circa 250 m a N dell'attuale omonima località situata sul monte Koumaro (in antico Larision), non lontana da Migonion.
L'antica G., secondo la tradizione fondata dai Minî, fu ben presto frequentata dai Fenici che occupavano il prospiciente isolotto di Kranai (oggi Marathonisi), noto perché ritenuto il leggendario asilo di Paride ed Elena. G. fu l'arsenale e il porto di Sparta, distrutto nel 455 dall'ammiraglio ateniese Tolmides (Tucid., i, 108, 5; Paus., i, 27, 5; Diod., xii, 84, 6).
Dell'antica G. rimangono pochi resti, per lo più, se si eccettuano sporadici rinvenimenti di ceramica (tipo Tardo Elladico III), di epoca romana: tratti di mura sia dell'acropoli che della città, questi ultimi per la maggior parte sommersi, a causa di un abbassamento del terreno; un teatro scavato nella roccia ai piedi dell'acropoli, un edificio absidato di ignota destinazione, tombe a camera, sarcofagi e le fondazioni di un tempio dedicato ad Augusto e Tiberio, insieme a un'epigrafe che riporta la legge regolante il loro culto. Si aggiungano anche i notevoli resti di un acquedotto. Il materiale rinvenuto nella zona è conservato in un piccolo Antiquarium locale.
A G. si venerava una divinità marina, che veniva indicata con nome generico Γέρων (Paus., iii, 21, 9).
Nelle immediate vicinanze è la località di Migonion, con un tempio dedicato ad Afrodite Migonitis; e il monte Koumaro, consacrato a Dioniso: ai piedi del monte una nicchia con altare cubico intagliato nella roccia, che una iscrizione rupestre designa come santuario di Zeus Terastios. Nei pressi la tradizione situa la nota pietra, sulla quale sedette Oreste, guarendo dalla pazzia.
Bibl.: Philippson-Bölte, in Pauly-Wissowa, VII, 1912, c. 2102 ss., s. v.; Bull. Corr. Hell., LXXXI, 1957, p. 548 e LXXXII, 1958, p. 714.