GUZZONI DEGLI ANCARANI, Arturo
Nato a Correggio, presso Reggio nell'Emilia, il 21 dic. 1858 da Luigi e da Marianna Morselli, studiò medicina e chirurgia presso l'Università di Modena, ove si laureò il 27 giugno 1881. Dopo essere stato assistente negli istituti di clinica medica, di fisiologia e di clinica chirurgica dell'ateneo modenese, orientò decisamente i suoi interessi verso la clinica ostetrica e ginecologica: divenuto assistente della clinica ostetrica dell'Università di Pavia diretta da A. Cuzzi nel 1883, nell'agosto 1886 conseguì la libera docenza in ostetricia e ginecologia. Incaricato nel 1889 della direzione della Scuola di ostetricia di Novara, l'anno successivo fu chiamato dalla facoltà medica dell'Università di Cagliari a dirigere come professore ordinario la cattedra e l'istituto di clinica ostetrica e ginecologica. Nel 1899 assunse la direzione della cattedra e dell'istituto di clinica ostetrica e ginecologica dell'Università di Messina, che mantenne per un decennio: presente in città al momento del devastante terremoto del 1908 (che ricordò in una nota pubblicata a Roma nel 1909, Il 28 dic. 1908 alla clinica ostetrico-ginecologica di Messina), fu decorato con la medaglia d'argento per l'opera prestata nella circostanza. A Messina, inoltre, fu preside di facoltà dal 1902 al 1905. Chiamato nel 1909 alla direzione della cattedra e dell'istituto di clinica ostetrica e ginecologica dell'Università di Siena, mantenne tale ruolo per 5 anni, svolgendo anche in questa sede, nell'anno accademico 1909-10, le funzioni di preside di facoltà. Infine, nel 1915, chiamato dalla facoltà medico-chirurgica dell'Università di Modena, assunse la direzione dell'insegnamento e della clinica della specialità in quell'ateneo, ove avrebbe concluso la sua carriera didattica, clinica e scientifica.
Naturalmente disposto alla ricerca in campo clinico e sperimentale, dopo i primi studi di interesse medico e terapeutico generale (tra i quali si ricorda una osservazione sull'impiego dell'idroterapia nel trattamento di una forma di corea, L'idroterapia nella chorea minore, in Riv. clinica di Bologna, s. 3, II [1882], pp. 157-162), si dedicò definitivamente alla sua specialità, recandovi importanti e originali contributi nei vari settori.
Si ricordano, in particolare, le sue osservazioni sulle gravidanze multiple: descrisse due nuovi segni per formularne la diagnosi, consistenti nella persistenza di una fluttuazione apprezzabile palpatoriamente in una metà dell'addome della partoriente dopo la rottura del sacco e la fuoriuscita del liquido amniotico, e nell'esistenza di una dilatazione di 2-2,5 cm dell'orifizio uterino prima dell'inizio del travaglio di parto dipendente dall'esagerato sviluppo dell'utero (Contributo alla diagnosi della gravidanza doppia, in Rass. di scienze mediche, II [1887], pp. 429-462); studiò alcune complicanze di tali condizioni e la loro incidenza (Gravidanzagemellare ed idroamnios con placenta previa e velamentosa, in Gazz. degli ospitali, IX [1888], pp. 99-101, 107-109, 114-117); condusse un'interessante ricerca clinico-statistica su tutti i parti gemellari avvenuti in Italia tra il 1868 e il 1886 (Statistica sopra venti milioni di parti, in Boll. della Società medico chirurgica di Pavia, IV [1889], 2, p. 49).
In tutta la sua carriera clinica e scientifica prestò grande attenzione al taglio cesareo, in particolare illustrandone le corrette metodiche di esecuzione in una bella monografia edita a Milano nel 1887, Il taglio cesareo, alla quale fece poi seguire la ricerca storica Contributo alla storia del taglio cesareo sulla donna agonizzante, in Annali di ostetricia e ginecologia, XX (1898), pp. 893-903. In questa sede dimostrò che l'intervento, già ipoteticamente considerato da D. Fournier fin dal 1677, era stato eseguito da M.-F.-X. Bichat con altri chirurghi nel XVIII secolo all'hôtel-Dieu di Parigi. Sull'argomento il G. fu anche relatore al congresso della Società italiana di ostetricia e ginecologia svoltosi a Modena nel 1926. Nel settore ostetrico studiò, inoltre, rare complicazioni patologiche della gravidanza, quali la corea minor, la tetania e l'emofilia; condusse ricerche, anche di ordine sperimentale, sulla presenza di acido lattico nella placenta umana, sui meccanismi delle fratture fetali intrauterine, sugli aspetti medico-legali delle alterazioni post-mortem della placenta; propose per primo l'associazione al rivolgimento del tamponamento uterino nel trattamento della placenta previa; tra i vari interventi ostetrici, dedicò una speciale attenzione alle embriotomie eseguite con l'uncino rachiotomo di Cuzzi-Tibone (Embriotomie nelle presentazioni di spalla ed uncino rachiotomo, in Rass. di scienze mediche, II [1887], pp. 58-67, 172-180, 225-252, 264-269, 367-376).
Tra i contributi recati dal G. nel settore ginecologico si ricordano, fra gli altri, quelli sulla tubercolosi dell'utero e sulla terapia chirurgica del prolasso uterino con la dimostrazione, rispettivamente, dell'esistenza di una forma tubercolare primitiva dell'organo, causa di infezione del feto durante il parto (Tubercolosi primitiva dell'utero e i suoi rapporti colla tubercolosi generale, in Riv. di ostetricia e ginecologia, I [1890], pp. 321-328, 337-346), e dell'opportunità dell'adozione dei metodi chirurgici di A. Hegar e di F.L. Neugebauer ricorrendo all'isterectomia solo nei casi di estrema gravità (Sulla cura operativa del prolasso dell'utero: risultati prossimi e remoti di 55 operazioni, Milano 1889; Due colporrafie mediane per prolasso uterino, in Riv. di ostetricia e ginecologia, I [1890], pp. 305-314).
Di non minore interesse furono i contributi recati dal G. alla storia della specialità: dopo un primo lavoro apologetico dell'opera di I.P. Semmelweis (Pro Semmelweis, in Gazz. degli ospitali, VII [1886], pp. 657 s., 665-667, 673-675) e le voci riguardanti la storia dell'ostetricia redatte per l'Enciclopedia medica italiana pubblicata a Milano dall'editore Vallardi nel 1887, dette poi alle stampe la grande opera L'Italia ostetrica, pubblicata a Catania nel 1902 (e, in seconda edizione, Siena 1911): ricchissima di notizie, citazioni bibliografiche e dati statistici, vera continuazione della Storia dell'ostetricia in Italia di A. Corradi, contiene la storia e l'attività di ogni clinica universitaria, reparto ospedaliero e scuola per levatrici con relativa bibliografia del personale afferente. Insieme con E. Pestalozza il G. portò a termine il Trattato di ostetricia e ginecologia di A. Cuzzi, rimasto incompiuto per la morte dell'autore, e questo lavoro gli offrì l'occasione di operare una revisione bibliografica di tutti i trattati di ostetricia pubblicati in Italia fino al 1900 e di dare conseguentemente alle stampe un saggio di estremo interesse: I trattati di ostetricia pubblicati in Italia sino al 1900, in Rass. d'ostetricia e ginecologia, XII (1903), pp. 459-472, 540-547, 601-610, 747-760, 799-821; XV (1906), pp. 684-701, 742-756. Degno di menzione è anche il suo contributo Rettori, presidi e professori dell'Università di Messina dal 1838 al 1902 (Messina 1903).
Il G. si interessò anche ad alcuni aspetti sociali della specialità: sostenne che una fra le cause della diffusa mortalità infantile dovesse individuarsi nel mancato allattamento materno (Prima e dopo la nascita: discorso letto per la riapertura dell'Università di Messina, ibid. 1902), e tale concetto ribadì nei suoi interventi al III Congresso nazionale per l'assistenza all'allattamento e la tutela della prima infanzia del 1903 e al Congresso della Società italiana di ostetricia e ginecologia del 1913: in quest'ultima sede promosse anche l'inoltro alle autorità di governo da parte della Società di una petizione per l'adozione di provvedimenti a favore dell'allattamento materno, della trasformazione dei brefotrofi in veri e propri luoghi di cura e ricovero, della definitiva abolizione della ruota, del varo di una legge sulle adozioni. In una relazione presentata al Consiglio provinciale di Modena nel 1919 auspicò l'introduzione del divieto per la madre di passare all'allattamento mercenario prima di aver assolto per almeno cinque mesi ai suoi obblighi verso il neonato. Al G., inoltre, va riconosciuto il grande merito dell'unificazione della direzione del servizio ostetrico-ginecologico.
Il G. morì a Modena il 10 ag. 1927. Aveva disposto di legare il suo patrimonio all'Università modenese, alla Società italiana di ostetricia e ginecologia, a varie istituzioni di beneficenza. A suo nome venne istituito un premio per i laureandi in medicina e le allieve ostetriche.
Fu socio di numerose società scientifiche, tra le quali la medico chirurgica di Pavia e quella di Modena. Fu presidente dal 1923 al 1927 della Società italiana di ostetricia e ginecologia. Nel 1912 aveva fondato il periodico Gazzetta italiana delle levatrici.
Fonti e Bibl.: Necrologio, in Atti della Società italiana di ostetricia e ginecologia, XXVI (1928), pp. XLIX-LVII; O. Viana - F. Vozza, L'ostetricia e la ginecologia in Italia, Milano 1933, ad ind.; A. Ferrannini, Medicina italica (priorità di fatti e di direttive), Milano 1935, p. 40; C.G. Mor - P. Di Pietro, Storia dell'Università di Modena, II, Firenze 1975, pp. 73 s., 785; P. Mutti - E. Cheli, Ostetricia e ginecologia, in La Società medico-chirurgica di Modena: storia della cultura, Modena 1989, pp. 323, 326 s.; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte…, I, p. 556; Enc. Italiana, XVIII, p. 289.