MOLLET, Guy
Uomo politico francese, nato a Flers il 31 dicembre 1905. Di modeste origini, divenne professore al liceo di Arras. Fatto prigioniero nel giugno 1940, entrò poi nel 1942 nella Resistenza, come responsabile dipartimentale del Pas-de-Calais; nel 1943, sfuggito alla Gestapo, si recò in Normandia, dove poi combatté nella battaglia per lo sbarco alleato. Socialista fin dal 1923, divenne deputato della SFIO all'Assemblea Costituente del 1945, nella quale fu presidente della commissione per la Costituzione. Nella nuova Costituente fu rieletto, e nello stesso anno (1946) divenne segretario della SFIO, e lo è tuttora. Ministro di stato nel gabinetto Blum (1946-47) e nel gabinetto Pleven (1950-51), ricevette alla caduta di questo l'incarico di formare un governo, che non ottenne però l'investitura dell'Assemblea; fu poi vicepresidente del Consiglio nell'effimero gabinetto Queille (1951). Nel 1955 è stato presidente del Comitato consultivo del Consiglio d'Europa. Nel 1956, caduto il ministero E. Faure, formò un nuovo ministero socialista-radicale, del quale facevano parte P. Mendès-France e l'indipendente A. Pinay, ministro degli Esteri. Il problema dominante della vita francese era ormai quello algerino; M. tentò di darne una soluzione basata sulla formula "pacificazione, elezioni, negoziati", attuata però in modo contraddittorio in quanto la politica del nuovo residente in Algeria, R. Lacoste, da lui nominato, fu molto dura; ciò provocò le dimissioni di Mendès-France. Altro gravissimo problema che M. dovette affrontare fu quello della crisi di Suez, il cui esito fallimentare, se non ebbe riflessi sul piano parlamentare, contribuì ad accrescere le difficoltà del suo governo, comnbattuto tra le opposte esigenze di potenziare l'esercito e di non scontentare la base socialista, ostile ai richiami alle armi, e la destra moderata, ostile all'imposizione di nuove tasse. La dichiarazione di M. di voler abrogare i sussidî alle scuole private, provocò poi il distacco dell'M.R.P. dalla maggioranza.
Prima della caduta, che avvenne sul programma finanziario, il governo M. aveva risolto definitivamente il problema dell'indipendenza marocchina, degli stabilimenti francesi in India (ceduti all'India) e del confine tra Algeria e Fezzan libico. Durante la crisi che portò alla fine della Quarta Repubblica, M., che era diventato vicepresidente del governo Pflimlin, si adoperò per ottenere dal generale De Gaulle garanzie di lealtà repubblicana e democratica. Entrò poi nel ministero De Gaulle come ministro di stato. Di fronte al ministero Debré, è poi passato all'opposizione, sia pure non pregiudiziale, verso il potere di De Gaulle.