SANVENERO ROSSELLI, Gustavo
SANVENERO ROSSELLI, Gustavo. – Nacque a Savona il 7 settembre 1897. Figlio di Angelo Sanvenero, avvocato, e di Maria Cesira Rossello (poi Rosselli, casalinga), con decreto regio acquisì il doppio cognome nel 1915.
Fu primo di quattro figli: Riccardo (1898), Lino (1899) e Clementina (1901). Perse il padre prematuramente ma crebbe in una famiglia affermata, i cui membri erano procuratori da generazioni: due suoi fratelli avrebbero seguito la vocazione giuridica.
Trascorse la sua infanzia nella città natale. Indirizzato agli studi classici, vi frequentò quindi il liceo Gabriello Chiabrera, scuola di Sandro Pertini e Guido Torrigiani, e ottenne la licenza liceale nel 1915. All’avvento della Grande Guerra, prese su di sé la responsabilità dell’intera famiglia, frequentando medicina a Genova e laureandosi nel 1921. Per tre anni, fino al 1918, prestò servizio come inserviente medico al fronte.
Maturava intanto l’interesse verso la chirurgia: divenne allievo interno di Giuseppe Gavello «mio primo Maestro di otorinolaringoiatria […] in Torino» (Sanvenero, 1955, p. 2). La guerra lo aveva messo di fronte ai traumi facciali da scoppio, per i quali sviluppò una profonda curiosità. Dopo la laurea a Genova, studiò per cinque anni presso la clinica otorinolaringoiatrica dell’Università di Torino (1921-1926).
Nel 1926 tenne a Madrid una lezione sulla chirurgia ricostruttiva di cranio e collo. Fu poi a Parigi, sostenendosi con lezioni private alla clinica otorinolaringoiatrica di Pierre Sobileau, ma ottenendo poco dopo un posto remunerato come assistente-allievo del professor Fernand Lemaȋtre (1880-1954), direttore della Clinique internationale d’oto-rhino-laryngologie et de chirurgie plastique de la face. Fornita di laboratori moderni e attrezzati, la Clinique di Lemaȋtre era uno dei poli più importanti in Europa per l’insegnamento della chirurgia plastica ricostruttiva, invitando a tener lezione docenti del calibro di Victor Veau da Parigi, Thomas Pomfret Kilner e Harold Gillies da Londra, Ferris Smith, Robert Ivy, Vilray Blair e Eastman Sheehan dagli Stati Uniti, Jacques Joseph da Berlino.
Fu un anno di corso intenso in cui Sanvenero ebbe l’occasione di assistere da vicino, in operazioni strumentali, Victor Veau, da cui apprese le nuove tecniche ricostruttive del labbro leporino, e Ferris Smith, che al termine del corso gli offrì in dono uno dei suoi strumenti chirurgici. Nel 1927 Eastman Sheehan decise di averlo con sé in un tour medico-scientifico in Spagna; Sanvenero diede conto di questa esperienza nel contributo L’oto-rino-laringoiatria alle giornate mediche di Madrid (Sanvenero, 1928).
Nel 1929 offrì la sua candidatura per la direzione del padiglione mutilati del viso dell’Istituto stomatologico italiano a Milano, in Via Commenda 19, rimanendovi poi fino al 1972, anno in cui lasciò l’attività per raggiunti limiti di età. Affiancato da uno stomatologo e da otorinolaringoiatri, Sanvenero coordinava un’attività molto varia: traumi di guerra, ustioni, malformazioni congenite, labbro leporino, postumi da tumori facciali, osteiti, radiodermiti, ulcerazioni, deformità provocate da incidenti sul lavoro, dai postumi di tumori o di malformazioni di altra natura. Il successo di questa branca della chirurgia e del suo progressivo radicamento scientifico è testimoniato dalla visita del re Vittorio Emanuele II nel 1939.
Con Arturo Manna fu fautore della nascita della Società italiana di chirurgia plastica, il cui primo convegno si tenne a Bologna nel 1935; nel 1938 organizzò, con successo di partecipazione da 16 nazioni, il III Congresso della Società europea. Contemporaneamente fu membro della direzione scientifica della rivista La chirurgia plastica, organo ufficiale della omonima società con la direzione di Arturo Manna. A questa rivista si affiancò Plastica chirurgica, ideata per dare spazio prevalentemente a contributi stranieri. Uscirono solo 3 numeri; la rivista fu poi interrotta dall’avvento della seconda guerra mondiale: i bombardamenti che colpirono Milano nel 1940 non risparmiarono la tipografia che ne garantiva la stampa. Come non risparmiarono, poco più tardi, il padiglione di Via Commenda, che si trasferì, durante la guerra, sul lago di Como. Nel 1931 Sanvenero pubblicò il suo primo libro, Chirurgia plastica del naso. Seguirono La divisione congenita del labbro e del palato nel 1934 e, all’interno di un trattato di chirurgia laringoiatrica, contribuì con Faringostomi e plastiche di chiusura nel 1940.
Se gli effetti devastanti di entrambe le guerre furono la ragione, l’oggetto, e il campo d’azione privilegiati della casistica trattata nel padiglione Sarfatti mutilati del viso, gli anni successivi furono invece importanti per Sanvenero e per la chirurgia plastica italiana nel costruire un assetto accademico stabile della disciplina e per connotare diversamente l’intervento riparatore di questa branca della chirurgia in un mutato contesto economico e culturale del paese. Erano maturi i tempi per una distinzione di livelli di intervento: la chirurgia plastica riparava, migliorava le condizioni fisiche e morfologiche del paziente, e al tempo stesso poteva 'ritoccare', rimodellare, con attenzione alla cura estetica: «Così anche più facile che in passato doveva questa volta riuscire quella che fu detta conversione della chirurgia di guerra in chirurgia di pace» (Sanvenero, 1953, p. 1982).
Con la fine delle guerre il focus degli studi e della pratica clinica di Sanvenero si spostò così sulle malformazioni congenite. Testimonianza di questo nuovo periodo furono i suoi numerosi contributi apparsi in rivista che spaziavano dalla cranio-plastica alla definizione del cosiddetto metodo Kirschner-Wagner per la creazione artificiale della vagina (Sanvenero, 1952). Egli fu protagonista dell’istituzionalizzazione della disciplina a livello universitario. Coprì la prima cattedra di chirurgia plastica, a Milano, a partire dal 1964. Da allora altre cattedre e scuole di specialità vennero istituite in molti Atenei italiani. Intanto la fama di Sanvenero si era diffusa: membro di molte società di chirurgia plastica, relatore di vari Atenei stranieri (Buenos Aires, Londra, Parigi, Cordoba), organizzò il IV Congresso internazionale di chirurgia plastica a Roma nel 1967.
Uomo colto e poliglotta, Sanvenero fu un bibliofilo e appassionato della cultura classica, coltivava la storia della medicina. Conservava gelosamente la prima edizione del De curtorum chirurgia per insitionem (1597) di Gaspare Tagliacozzi, acquistata a una cifra vertiginosa nel 1930 e oggi preziosamente custodita dalla Fondazione omonima nata in sua memoria.
Morì a Milano il 17 marzo 1974.
Opere. La “Clinica Internazionale di Oto-rino-laringologia e chirurgia plastica della faccia” di Parigi, in Il Valsalva, 1927, f. 3, estr.; L’oto-rino-laringoiatria alle giornate mediche di Madrid, in Annali di laringologia, otologia, rinologia, faringologia, VI (1927), estr.; Chirurgia plastica del naso, Roma 1931; La divisione congenita del labbro e del palato, Roma 1934; Mutilviso. Iconografia del padiglione Sarfatti per i mutilati del viso, Milano 1935; Faringostomi e plastiche di chiusura, in P. Caliceti, Trattato di chirurgia otorino-laringologica, Bologna 1940; Aplasia congenita della vagina, in Rivista d’ostetricia e ginecologia pratica, XXXIV (1952), estr.; Scienza e arte di chirurgia plastica, in Minerva medica, 1953, vol. 44, f. 101, pp. 1979-1985; Chirurgia plastica e suo indirizzo biologico e funzionale. Dissertazione inaugurale, 23 novembre 1953, in Minerva chirurgica, 1955, vol. 10, f. 18, pp. 927-954.
Fonti e Bibl.: il fondo archivistico di G. S.R. è conservato presso la Fondazione omonima a Milano, presieduta dal nipote Francesco Riccardo Mazzola, chirurgo plastico e prosecutore della sua opera. Il fondo archivistico conserva: il fondo libri antichi di chirurgia plastica (ca. 6000); 11.000 fotografie e 16.500 lastre fotografiche di pazienti di S. (compresi i mutilati di guerra); 11 riviste di chirurgia plastica; 115 manoscritti e lavori a stampa di S.; 3 classificatori riguardanti carteggi e corrispondenza.
B.O. Rogers, G. S.-R.: A heartfelt dedication. His life and his contributions, in Clinic in plastic surgery, 1976, vol. 3, pp. 515-524; R.F. Mazzola, Rapporti tra l’otorinolaringoiatria e specialità affini e di confine. Chirurgia plastica, in I cento anni della otorinolaringoiatria italiana, a cura di D. Felisati, Firenze 1992, pp. 571-582; D. Tolhurst, Pioneers in plastic surgery, Cham 2015, pp. 87-92.