Doré, Gustavo
Pittore e incisore (Strasburgo 1832 - Parigi 1883), operoso, agl'inizi, nell'ambiente degli artisti francesi del tardo Romanticismo; precoce e fervido compositore, svolse un'attività prevalentemente grafica, collaborando a giornali e riviste letterarie con disegni illustrativi e caricaturali tra il 1847 e il 1854.
Il carattere della sua arte, in cui predomina un'inventiva assai varia e mossa, riflette il gusto, ben altrimenti geniale, di E. Delacroix, del quale condivide la ricerca dinamica e concitata, i contrasti chiaroscurali e i tratti di verismo ambientale, senza tentare di misurarsi con lui nella ricchezza e originalità creativa.
Già apprezzato anche come pittore assai abile e personale nella litografia e nelle varie tecniche dell'incisione, il Doré assunse, non ancora trentenne, un grosso impegno con gli editori P. Lacroix, che mantenne pur svolgendo contemporaneamente per altri editori e come pittore una fervida e spesso felice attività.
Il suo interesse per il mondo dantesco, che lo porterà a illustrare la Commedia in un'edizione diventata ben presto la più celebrata e diffusa dall'Ottocento in poi, si concretò in un intenso studio degli episodi più suggestivi delle tre cantiche, del quale sono testimonianza, prima ancora delle conosciutissime tavole illustrative, numerosi disegni originali e tentativi pittorici. Contemporaneamente, infatti, alla pubblicazione dell'Inferno (1861) egli esponeva a Parigi una tela raffigurante un episodio del XXXIII canto dell'Inferno: D. e Virgilio nel nono cerchio e i dannati di Cocito.
Fu questo primo saggio d'interpretazione dantesca, affidato ai settantasei disegni dell'Inferno, a decidere definitivamente della vocazione artistica del Doré come illustratore.
Egli possedeva tutte le doti necessarie per venire incontro al desiderio di ‛ volgarizzare ' la Commedia (ma anche altri poemi) attraverso un'interpretazione grafica d'immediata suggestione: seguirono infatti anche le altre due cantiche, tuttavia meno efficaci delle tavole dedicate all'Inferno, dove il gusto compositivo dell'artista aveva trovato, anche per il sapiente uso dei mezzi tecnici della grafica, il suo mondo congeniale.
Nel Purgatorio, e assai più nel Paradiso, la luminosa trasparenza delle immagini e il gioco delle limpide visioni dantesche fecero sentire maggiormente il peso della preoccupazione plastica e del verismo dell'artista che, salvo qualche eccezione, resta sul piano divulgativo degli episodi suggeriti.
Bibl. - E. Montegut, Une interprétation pittoresque de D. avec les dessins de Mr. G. Doré, in " Revue des Deux Mondes " 15 nov. 1861; B. Roosevelt, Life and Reminiscences of G. Doré, Londra 1885; G.F. Harlaub, G. Doré, in Meister der Graphik, XII, Lipsia 1924.