GALLETTI, Gustavo Camillo
Nacque a Firenze il 20 genn. 1805 da Marco, patrizio fiorentino e medico (figlio a sua volta di un valente chirurgo), e dalla nobildonna Luisa Manciati, di Sansepolcro. Fin da bambino il G. si trovò a partecipare dell'ambiente colto che circondava suo nonno (G.B. Niccolini, F. Pananti), prendendo gusto per tempo alle conversazioni letterarie. Compì i primi studi sotto la direzione dei padri scolopi sviluppando - unitamente all'amore per i libri, dei quali diverrà un raffinato collezionista - una crescente inclinazione per le discipline umanistiche. A fare di lui un bibliofilo, consigliandolo nei primi acquisti, furono l'avvocato L. Bellini, l'abate S. Lotti, il cavalier T. de Ocheda, lo scultore L. Adami e un poeta cieco, C. Giotti. In seguito il G. proseguì gli studi iscrivendosi alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Siena, dove si legò di duratura amicizia alle famiglie Tolomei e Piccolomini e al marchese C. Torrigiani, e si laureò brillantemente il 24 giugno 1828. Un breve periodo di praticantato a Firenze, presso l'avvocato C. Capoquadri, lo persuase che non era giusto sacrificare la propria libertà all'esercizio dell'avvocatura o all'insegnamento universitario, cui gli amici lo spingevano.
Nel 1841 sposò Assunta Cosci, che gli avrebbe dato cinque figli. Non volle però sottrarsi all'impegno civile, e nel 1848 accettò per due volte la carica di priore, in un momento tanto difficile da far sì che egli, a causa della sua prudenza ritenuta da alcuni eccessiva, avesse a soffrirne "disgusti e contradizioni". Entrò pure nella guardia civica, ma ormai il suo impegno principale era divenuto il collezionismo librario, per il quale da anni era venuto affinando gli strumenti: accollandosi oneri finanziari non indifferenti, acquistò intere biblioteche, come quella del marchese Gaetano Capponi, o quelle del marchese Riccardi Vernaccia e del bibliotecario abate T. Gelli. Prese così a trascorrere molto tempo nelle librerie antiquarie, anche fuori Firenze, alla ricerca di rarità, e spesso ebbe la fortuna di fare acquisti importanti.
Tale passione collezionistica non restò però fine a se stessa, ma offrì lo spunto a una ricca serie di pubblicazioni e a un imponente lavoro di raccolta di notizie sugli scrittori fiorentini: notevole risulta l'Istoria degli scrittori fiorentini, dai primordii di nostra lingua fino ai tempi presenti, impostata alfabeticamente a mo' di dizionario biografico ma destinata, come vari altri lavori suoi, a restare inedita. Il manoscritto era conservato presso la famiglia, e solo una piccola parte di esso (fino alla voce Aldobrandini, Giovanni) fu pubblicata, a Firenze, nel 1850: sebbene annunciata in 4 volumi, la pubblicazione integrale dell'opera dovette essere sospesa per la scarsità delle sottoscrizioni.
Ammesso nel giro ufficiale della cultura toscana, il G. entrò a far parte di alcune delle principali istituzioni, anche se già nel 1827 era stato ascritto alla Società letteraria sanese dei Tegei e il 14 maggio 1829 alla Colombaria di Firenze (allora retta da Gino Capponi), di cui diverrà "anziano". Di questa accademia fu assiduo collaboratore per molti anni (si vantava di essere stato assente a due sole sedute in tutta la sua vita), tenendovi numerose lezioni e conferenze, prevalentemente su temi di storia letteraria regionale e nazionale. Il G. fu membro attivo di molte altre associazioni: dal 1° dic. 1839 della Società filarmonica di Firenze; dal 12 febbr. 1857 dell'Accademia valdarnese del Poggio; e, dal 10 maggio 1863, dell'Accademia peloritana di Messina. Non si è rinvenuta la data della sua iscrizione alla fiorentina Società dei Georgofili, cui pure appartenne. Fu in relazione e in corrispondenza con molti studiosi, fra i quali, oltre a quelli già citati, spiccano: G. Valeri; L. De Angelis; P. Sarti, eruditissimo cancelliere della Comunità di Siena; L. Fiacchi; G.B. Zannoni, segretario dell'Accademia della Crusca; L. Rigoli, bibliotecario della Riccardiana; V. Follini, bibliotecario della Magliabechiana e accademico della Crusca; padre B. Sorio da Verona; E.A. Cicogna; N. Tommaseo; D.B. Boncompagni; C. Matteucci; e G. Eroli da Narni.
Consumato dall'estate del 1867 da "un'ulcera incancrenita", dal 22 marzo 1868 fu costretto a letto: morì a Firenze il 5 apr. 1868. Gli fu fatta la maschera mortuaria, poi usata per un busto dallo scultore A. Costoli, e fu sepolto fuori Firenze, nel cimitero della Misericordia dell'Antella.
Fra le opere edite del G. si ricordano: Le rappresentazioni di Feo Belcari ed altre di lui poesie edite e inedite, Firenze 1833; ma soprattutto Philippi Villani Liber de civitatis Florentiae famosis civibus ex codice Mediceo Laurentiano nunc primum editus, aliique fere synchroni scriptores de Florentinorum litteratura, Florentiae 1847, la più importante pubblicazione del G., che comprende: 1) l'intero testo latino dei due libri di Filippo Villani, ottenuto dalla collazione dei due mss. esistenti, Laurenziano LXXXIX inf. 23 e Barberino 898; 2) Le vite di Dante e del Petrarca scritte da Lionardo Bruni; 3) Dantis, Petrarchae, ac Boccaccii vitae ab Iannotio Manetto scriptae; 4) Benedicti Accolti Aretini Dialogus de praestantia virorum sui aevi; 5) Vita di Giannozzo Manetti tratta nel secolo XVI da uno della famiglia de' Ricci da quella scritta in lingua latina da Naldo Naldi, dal cod. Magliabechiano VIII.45; 6) L.B. Alberti vita, anonima, del vol. XXV dei Rer. Ital. Script. collazionata con l'apografo cod. Magliabechiano IV.48; 7) Bartholomaei Fontii Annales suorum temporum ab anno 1448 ad annum 1483, dal cod. Riccardiano 1172; 8) Laurentii Medicei vita a Nicolao Valorio scripta; 9) Marsilii Ficini vita, auctore Ioanne Corsio…; 10) Pauli Cortesii De hominibus doctis dialogus; 11) Termini di mezzo rilievo e d'intera dottrina tra li archi di casa Valori in Firenze; 12) Francisci Bocchii Elogiorum quibus viri doctissimi nati Florentiae decorantur. Quest'opera segnò la consacrazione del G. come rigoroso erudito e ricercatore e fu continuata - a seguito di una critica di L. Scarabelli, in Arch. stor. ital., App., XXII (1848), pp. 430-434 - da Ad Philippi Villani "De famosis Florentiae civibus" mantissa, Firenze 1859. E inoltre: Intorno alla libertà della stampa e ad un progetto di grandioso abbellimento della città di Firenze per dar lavoro…, ibid. 1849; Serie delle migliori edizioni degli scritti come testi di lingua allegati nel Vocabolario della Crusca…, ibid. 1851; La Orazia, tragedia di m. Pietro Aretino. Terza ed. tratta da quella rarissima di Vinegia…, ibid. 1855; Raccolta di laudi spirituali, ibid. 1863. Importante è anche l'edizione (I-VI, in tre tomi) della Bibliotheca Latina mediae et infimae aetatis…, di J.A. Fabricius, Florentiae 1858-59. Per l'elenco dei molti scritti del G. pubblicati in giornali e riviste si rimanda a E. Narducci (pp. 14 s.). Quanto agli inediti e alle collezioni, essi erano conservati presso la famiglia; buona parte degli importanti manoscritti e incunaboli passò in proprietà della nuora, Vittoria Galletti di Sant'Albano; mentre alcuni altri finirono a Firenze, nel 1879, presso la biblioteca del banchiere bibliofilo H. Landau (donde, nel 1948, alla Bibl. nazionale), e in quella dell'Archiginnasio di Bologna. Nella raccolta di Ca' d'Orsolino a Benevello esiste un Fondo Galletti, comprendente carte e manoscritti provenienti per acquisto dallo stralcio della collezione Galletti, con un cospicuo gruppo di importanti autografi. Nel gennaio 1925 furono poste in vendita presso la libreria A. Gandolfi di Bologna lettere dirette al G. da letterati e bibliofili (S. Bongi, G. Chigi, S. Ciampi, L. De Angelis, C. Guasti, U. Guidi, G. Libri, G. Milanesi, padre Marcellino da Civezza, G. Molini, A. Pezzana, L. Razzolini), unitamente a 3 mazzi di atti attinenti agli uffici pubblici da lui tenuti, ad abbozzi di scritti letterari, e a un minutario di oltre 150 lettere indirizzate ai maggiori eruditi del tempo.
Fonti e Bibl.: Necr. in La Gazzetta di Firenze, 7 apr. 1868, e in La Nazione, 10 apr. 1868; C. Muratorelli, recensione a Istoria degli scrittori fiorentini…, in Polimazia di famiglia, I (1864), 66, p. 4 (ma numerata 264), col. 3; E. Narducci, Intorno alla vita ed agli scritti dell'avvocato G.C. G., Roma 1868 (a pp. 10-16, il catalogo degli scritti del G.); C. Täuber, I capostipiti dei manoscritti della Divina Commedia, Winterthur 1889, p. 10; A. Chiappelli, Novità dantesche, in Nuova Antologia, 1° luglio 1921, pp. 3-16 (su un codice dantesco della collezione Galletti); Catal. n. 115 della libr. antiquaria A. Gandolfi di Bologna, XVI (1925), 1, nn. 196-235; C. Frati, Diz. dei bibliotecari e bibliofili italiani…, Firenze 1933, p. 240; A. Sorbelli, Inventari dei mss. delle bibl. italiane…, LVII, p. XIX.