BIANCHI, Gustavo
Esploratore africano, nato a Ferrara il 24 agosto 1845 da distinta famiglia di quella città, trasferitasi ad Argenta nel 1855. Attratto dall'amore dei paesi nuovi ottenne di partecipare alla spedizione che la Società di esplorazioni commerciali in Africa di Milano organizzava sotto la direzione del dottor Pellegrino Matteucci (v.) per studiare dal punto di vista commerciale i paesi dell'Etiopia meridionale, dove già operava, con intenti scientifici, la spedizione della Società geografica italiana. Consigliata a modificare il programma per la mutata situazione politica della regione, la spedizione sbarcò a Massaua, da dove per il Tigrè raggiunse la corte del negus Giovanni a Debra Tabor. Separatosi dai compagni che rimpatriavano, il B. si fermò per qualche tempo alla corte del Negus dove s'incontrò con monsignor Massaja, costretto anch'egli a lasciare l'Etiopia, e da lui apprese la prigionia del Cecchi e del Chiarini nel Gherà. Propostosi di accorrere in loro aiuto, si recò allo Scioa presso Menelik, raggiungendo il marchese Antinori alla stazione della Società geografica di Let Marefià. Penetrato poi nel paese dei Soddo Galla, riuscì ad incontrarsi col Cecchi, liberato dalla schiavitù (13 aprile 1880). Rientrato in Italia nel febbraio 1881, attese a redigere la relazione del viaggio compiuto, che fu pubblicata col titolo Alla Terra dei Galla, narrazione della spedizione Bianchi in Africa nel 1879-80, illustrata da E. Ximenes sopra schizzi dell'autore (Milano 1884). Ma non erano trascorsi due anni dal suo rimpatrio, che lo troviamo a organizzare una nuova spedizione per conto sempre della società milanese, di concerto con la Società geografica e col concorso del governo, allo scopo di riconoscere una via di comunicazione attraverso la Dancalia, tra l'Abissinia settentrionale ed Assab. La spedizione sbarcò a Massaua il 26 febbraio 1883 e raggiungeva la residenza del negus, col quale, esaurite le pratiche diplomatiche, il B. stabiliva gli accordi per eseguire con i compagni Monari e Diana l'esplorazione progettata. Fallito un primo tentativo che obbligò i viaggiatori a retrocedere da Sereba, essi ripartirono da Seket il 10 luglio fidando nel valido appoggio del negus; ma nei giorni dal 7 al 9 ottobre vennero tutti trucidati dai Danakili in località non ben identificata della valle del Gualima, forse non lungi dal luogo in cui tre anni prima erano stati trucidati G.M. Giulietti (v.) e i suoi compagni. La strage della spedizione Bianchi ebbe un'eco dolorosissima nel paese e fu addotta come motivo della spedizione militare per l'occupazione di Massaua.
Bibl.: Oltre all'opera sopra citata relativa al primo viaggio, v. Esplorazioni in Africa di Gustavo Bianchi. Memorie ordinate e pubblicate dal dott. Dino Pesci, con la biografia e il ritratto del viaggiatore, Milano s. d.; G. Dalla Vedova, La spedizione Bianchi (con documenti inediti), in Boll. Soc. Geogr. It., Roma 1885. - I giornali di viaggio, le lettere, i documenti, ecc., raccolti da Antonio Sani, si conservano nella Biblioteca del comune di Argenta; ne pubblicò l'elenco, seguito da una bibliografia degli scritti del viaggiatore o comunque a lui attinenti, C. Zaghi, in All'insegna del libro, I, n. 3-4, Ferrara 1928.