CAVOUR, Gustavo Benso marchese di
Primogenito di Michele, nato a Torino il 27 gennaio 1806, morto ivi il 26 febbraio 1864. Sposò Adele dei marchesi Lascaris di Ventimiglia e n'ebbe tre figli: Augusto, morto in battaglia a Goito; Giuseppina, che andò sposa al marchese Carlo Alfieri di Sostegno; Ainardo, che rimase celibe. Ingegno gagliardo, nutrito di varia e profonda cultura, si diede tutto, dopo la morte della moglie (1833), agli studî filosofici e, conosciuto nel 1836 il Rosmini, di cui fu poi sempre amicissimo, ne divulgò le idee nel Piemonte, nella Svizzera e nella Francia, prima con alcuni articoli nella Bibliothèque universelle di Ginevra (1837-1838), poi coi Fragments philosophiques, pubblicati a Torino nel 1841, infine, e soprattutto, con un'aspra polemica col Gioberti nel giornale cattolico parigino, l'Univers (1843).
Altre sue opere sono: Des idées communistes et des moyens d'en combattre le développement (in Bibl. univ. di Ginevra, 1846); Théophile (Ginevra 1846); Saggio sui principii della morale (in Cimento, 1852); Del matrimonio in relazione col diritto pubblico dei popoli liberi (in Cimento, 1852); Instructions familières d'un père à ses enfants sur la religion et la morale, edite da sua figlia a Parigi nel 1865. Nel 1848 aveva fondato a Torino, con altri della sua fede, L'Armonia della religione e della civiltà, periodico soppresso nel 1859, ma scomparso definitivamente solo nel 1866.
Sebbene non avesse vero temperamento politico, rappresentò nell'assemblea elettiva, dalla 4ª all'8ª legislatura, i collegi di Tempio, Pieve di Oneglia e Santhià, e in tale ufficio, fedele alle sue convinzioni, combatté spesso il conte di Cavour, soprattutto nella politica ecclesiastica. Tuttavia i due fratelli si amarono teneramente.
Bibl.: D. Berti, Il conte di Cavour avanti il 1848, Roma 1886. E inoltre: Bollettino storico subalpino, 1911, pp. 331 e 354; e Rass. stor. del Risorg. ital., 1917, p. 372.