FECHNER, Gustav Theodor
Naturalista, psicologo e filosofo, nato il 19 aprile 1801 a Gross-Särchen (Bassa Lusazia), morto il 18 novembre 1887 a Lipsia. Dopo avere studiato medicina e fisica all'università di Lipsia ed esservi divenuto, nel 1834, professore ordinario di fisica, dové nel 1840, per gravi condizioni di salute, chiedere la pensione. Guarito, dopo tre anni, si occupò essenzialmente di filosofia. In tali studî durò fino al 1851, anno in cui si iniziò il terzo periodo della sua attività scientifica, dedicato alla psicofisica e infine all'estetica e alla metapsichica.
Come fisico, il F. si occupò prima di elettromagnetismo e di elettrochimica, pubblicando in questo campo importanti studî (Massbestimmungen über die galvanische Kette, Lipsia 1831) e poi di ricerche sulla percezione dei colori, nelle quali si affacciava già quell'interesse per l'indagine psicologica che più tardi doveva diventare in lui prevalente. Ma l'insoddisfazione per la ricerca sperimentale traspariva dalle argute satire scientifiche, che il F. cominciò a pubblicare fin dal 1821, sotto lo pseudonimo di dott. Mises (p. es.: Bezweis, dass der Mond aus Jodine besteht, Lipsia 1821; Panegyricus d. jetzigen Medizin u. Naturgeschichte, ivi 1822; Vergleichende Anatomie der Engel, ivi 1825). E già nell'ultima di queste era espressa l'idea, che poi divenne fondamentale per la filosofia del F., di un pampsichismo, onde il cosmo, animato in ogni sua forma, fosse la molteplice manifestazione vivente di Dio, anima del mondo. Questa idea, affermata nel Büchlein vom Leben nach dem Tode (Lipsia 1836), trovò il suo pieno sviluppo nella Nanna, oder über d. Seelenleben der Pflanzeyi (Lipsia 1848), che l'applicò al mondo vegetale, e nello Zend-Avesta, oder über die Dinge des Himmels u. d. Jenseits (voll. 3, Lipsia 1851), che l'estese all'universo cosmico. Questo pampsichismo, che riprendeva nell'intento generale ma non nel metodo il panteismo naturalistico dello schellinghiano Oken, era con ciò il risultato di una combinazione della sua cultura scientifica con le sue aspirazioni ideali e religiose, analoga per certi rispetti a quella che doveva determinare la filosofia del suo amico H. Lotze. In altri scritti (Über die physikalische und philosophische Atomenlehre, Lipsia 1855; Einige Ideen zur Schöpfungs- und Entwicklungsgeschichte der Oramismen, ivi 1873) il F. cercò di meglio determinare il significato del suo pampsichismo anche rispetto a particolari dottrine scientifiche. Dei suoi scritti di psicofisica, che gli diedero la maggior fama, fondamentali sono gli Elemente der Psychophysik (e v. anche Über d. psychischen Massprinzipien u. das Webersche Gesetz, in Philosoph. Studien, IV, 1887, in cui il F. elaborò il principio, stabilito dal suo amico e predecessore E. H. Weber della proporzione logaritmica delle sensazioni agli stimoli). Fondendo insieme i due aspetti della sua precedente attività scientifica, il F. volle, nella psicofisica, fondare una scienza esatta dei rapporti fra mondo fisico e mondo psichico, inaugurando così la psicologia sperimentale. Negli studî sul problema dell'arte (principale la Vorschule der Aesthetik, Lipsia 1876) il F. vagheggiò un' "estetica dal basso", che, contrapponendosi alla speculativa "estetica dall'alto", partisse dall'analisi sperimentale delle sensazioni estetiche.
Bibl.: Per la vita del F. e per la bibliografia dei suoi scritti v. la biografia scritta dal nipote J. E. Kuntze, G. Th. F., Lipsia 1892. Sulla dottrina: A. Faggi, F. e la sua costruzione psicofisica, in Rivista italiana, X (1895); K. Lasswitz, G. Th. F., Stoccarda 1896; 3ª ed., 1910. Sull'estetica v. anche B. Croce, Estetica, 6ª ed., Bari 1928, p. 440 segg. Molte altre indicazioni in Ueberweg-Österreich, Grundriss d. Gesch. d. Philos., IV, 12ª ed., Berlino 1923, p. 703.