Poeta e critico estone (Vônnu 1883 - Stoccolma 1956), dal 1944 esule in Svezia. È considerato il più grande rinnovatore della poesia nazionale. Diventò guida ideologica del gruppo letterario Noor Eesti ("Giovane Estonia") prima di aver raggiunto i vent'anni, e ne fu il più importante poeta. Ognuna delle sue raccolte (in seguito notevolmente rielaborate e pubblicate insieme dopo la sua morte: Kogutud luuletused, "Poesie riunite", 1963) è un vasto dipinto dell'epoca ed è servita da modello e da ispirazione ad altri. L'esuberanza contagiosa della prima (Elu tuli "Fuoco di vita", 1905), pur debitrice ad Eino Leino, ne fece subito uno dei poeti più apprezzati dai giovani del tempo. La seconda (Tuulemaa "La terra dei venti", 1913) riflette un pessimismo introspettivo, dovuto alle difficoltà che si opposero alla realizzazione dei suoi ideali. Nella terza (Kõik on kokku unenägu "Tutto non è che un sogno", 1922) reagisce di nuovo con passione agli eventi della patria e del mondo. L'ultima, pubblicata in esilio dopo un lungo silenzio (Tuli ja tuul "Fuoco e vento", 1950), assume l'aspetto di una cronaca pacata, personale e nazionale, non mancando in essa fede ferma in un futuro più equo.