GURU (in sanscrito "maestro")
Il vocabolo indicò dapprima presso gl'Indù una persona degna di considerazione e di onore: quindi i genitori, il sacerdote, il maestro. Ben presto si fissò in quest'ultimo significato, per l'ascendente quasi misterioso che aveva sugl'Indiani chi sembrava possedere una scienza o una saggezza fuori del comune. A ciò si aggiungeva il fatto che il maestro, formando l'educazione religiosa del discepolo, appariva come colui che ne assicurava la salute spirituale in questo mondo e nell'altro. La persona del guru andò così acquistando un'importanza sempre maggiore, sovrapponendosi a ogni altra, anche se legata al discepolo dai vincoli naturali più stretti. Da ultimo il guru fu divinizzato e divenne oggetto di culto per quanti seguissero la stessa confessione sua e dei suoi diretti discepoli, apparendo come il depositario autorevole di quella determinata dottrina religiosa. Il culto dei guru è tipico dell'induismo, e diffuso quindi presso quasi tutta la popolazione ariana dell'India.
Bibl.: H. v. Glasenapp, Der Hinduismus, Monaco 1922, p. 75 segg.