HEIBERG, Gunnar Edvard Rode
Poeta drammatico norvegese, nato a Cristiania (Oslo) il 18 novembre 1857, morto il 23 febbraio 1929 a Oslo.
Spirito realista, sensibile insieme e ironico, prese parte come giornalista a tutta la vita sociale, politica, estetica del suo tempo, come attestano le sue numerose raccolte d'articoli e saggi critici. E legata alla storia del suo tempo è anche in parte la sua produzione teatrale: una mordace satira di situazioni e avvenimenti in mezzo a cui il H. si trovò a vivere: Kong Midas (1890), diretto contro Bjørnson; Deṭ store Lod (La grande fiamma; 1895), dramma sociale; Folkeraadet (La rappresentanza del popolo, 1897), satira del parlamentarismo e della democrazia; Harald Svans mor (La madre di H. S., 1899), pungente satira degli ambienti della stampa; Kœrlighed til Nœsten (Amore del prossimo, 1902), rappresentazione caricaturale del falso umanitarismo e altruismo; Jeg vil vœrge mit Land (Io voglio difendere il mio paese, 1905), sulla separazione della Norvegia dalla Svezia; Paradesengen (Il letto di parata, 1913), sui piccoli figli che seguono agli uomini grandi. L'osservazione della realtà vi è arguta e tagliente, ma l'impressione che se ne riceve è quella di un uomo al quale soprattutto sta a cuore di mostrare a sé e agli altri che a lui non sfugge "quel che c'è sotto": il che rende più difficile che si formi quel rapporto di simpatia umana fra il poeta e i suoi personaggi, che aveva costituito invece il fascino del suo primo dramma Tante Ulrikke (Zia Ulrica, 1884). La superiorità, sotto il riguardo artistico, dei suoi drammi erotici (nei quali l'amore è rappresentato, al di fuori di ogni romantica illusione, come un momento transeunte di suprema ebrezza) è appunto nel fatto che la pietà per l'umano soffrire impedisce che la satira vi soffochi la poesia. Si vedano le commedie Kunstnere (Artisti, 1893), Gerts Have (Il giardino di G., 1894); soprattutto Balkonen (Il balcone, 1894), il dramma del fatale contrasto fra l'esclusivismo dell'amore e l'esclusivismo dell'arte nella vita dell'artista, e Kœrlighedens Tragœdie (La tragedia dell'amore, 1904), il dramma dell'anima che, avendo conosciuto l'amore, non può più vivere nella realtà.
Bibl.: K. Elster, Fra Tid til anden, Oslo 1920; G. Gran, Norsk Aandeliv i hundrede Aar III, Oslo 1919.