Guinea Equatoriale
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Geografia umana ed economica
di Albertina Migliaccio
Stato dell'Africa occidentale, nella parte più interna del Golfo di Guinea. A una stima del 2005 la popolazione risultava pari a 504.000 abitanti. La concentrazione delle attività estrattive nella parte insulare ha generato crescenti squilibri nella distribuzione della popolazione a vantaggio di tale regione. Il tasso di incremento demografico, nonostante la diminuzione della natalità, è leggermente aumentato a causa dell'innalzamento della speranza di vita alla nascita; le organizzazioni internazionali, tuttavia, classificano ancora la G. E. come un Paese ad alto rischio sanitario.
Dopo la recente entrata in produzione dei nuovi giacimenti di petrolio, l'economia ha fatto segnare una forte crescita e un decisivo cambiamento nella struttura produttiva. Nel 2003 il PIL è cresciuto del 15% e nel 2004 del 20%; la produzione industriale è risultata in grandissima ascesa (solo nel 2002 ha registrato una crescita del 30%) così come la relativa occupazione. Nel 2004 il settore secondario ha contribuito con il 92,1% alla formazione del PIL. La quasi totalità delle imprese che amministrano questo rapido processo di trasformazione produttiva è comunque in mano straniera, così come gran parte della rete delle infrastrutture, in via di costruzione. In termini di peso eco-nomico l'agricoltura ha perso gran parte della sua importanza. Dal punto di vista statistico, il reddito pro capite è aumentato (nel 2004 era di 3698 dollari), anche se si sono fortemente accentuati gli squilibri sociali e territoriali. Il divario fra i settori tradizionali (agricoltura, prevalentemente di sussistenza, e artigianato) e quelli di recentissimo insediamento legati al comparto petrolifero è notevole, e una larghissima parte della popolazione è rimasta estranea alle nuove dinamiche dello sviluppo. La continua deforestazione sta generando gravi problemi ambientali i cui costi sono del tutto incompatibili con gli scarsi introiti derivanti dall'esportazione del legname.
Storia
di Paola Salvatori
Agli inizi del Duemila la vita politica della G. E. era ancora dominata dal Partido Democrático de Guinea Equatorial (PDGE) e dal suo leader, T. Obiang Nguema, salito al potere con un colpo di Stato nel 1979. La costituzione varata nel 1991, con la quale era stata sancita la libertà politica e introdotto il multipartitismo, continuò infatti a rimanere disattesa di fronte a una gestione sempre più autoritaria e personalistica del potere da parte di Obiang Nguema e del suo ristretto entourage, espressione del clan Esangui, di etnia bantu. Nelle loro mani si concentrò il controllo assoluto delle risorse economiche del Paese, aumentate notevolmente a partire dagli anni Novanta in seguito alla scoperta e allo sfruttamento di importanti giacimenti petroliferi. Ciò comportò una vistosa crescita della ricchezza personale del presidente e degli esponenti della sua famiglia, mentre scarsi furono gli investimenti governativi destinati ai servizi e al miglioramento del tenore di vita della popolazione che rimase così, nella stragrande maggioranza, in condizioni di estrema povertà. Il clima repressivo instaurato dal regime mantenne ai margini della vita politica le forze di opposizione che, decimate dagli arresti, continuarono a boicottare le consultazioni politiche e presidenziali ritenute, per le modalità in cui venivano svolte, del tutto prive di reale significato. Rimasto senza credibili concorrenti, Obiang Nguema venne così rieletto a grande maggioranza presidente della Repubblica nelle elezioni tenutesi nel dicembre 2002, e il PDGE e i suoi alleati conquistarono nuovamente la maggioranza assoluta dei seggi nelle consultazioni legislative dell'aprile 2004. Nel corso dello stesso anno il governo riuscì a sventare un colpo di Stato tentato da alcuni uomini d'affari britannici e da un gruppo di mercenari del passato regime bianco sudafricano, ritenuti da Obiang Nguema legati al leader dell'opposizione S. Moto, esiliato in Spagna. Il caso suscitò particolare clamore nell'opinione pubblica internazionale perché vi fu coinvolto, tra gli altri, Mark Thatcher, figlio dell'ex primo ministro britannico Margaret Thatcher, considerato tra i finanziatori del golpe, e per questo condannato (genn. 2005) da un tribunale sudafricano al pagamento di un'ammenda pecuniaria.
In politica estera il Paese mantenne in questi anni stretti rapporti con gli Stati Uniti (statunitensi erano le principali compagnie per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi che operavano sul territorio), mentre nel corso del 2004 divennero tese le relazioni con la Spagna, sospettata dal governo della G. E. di essere coinvolta nel tentativo di golpe. Anche le relazioni con il Gabon peggiorarono in seguito all'occupazione (marzo 2003) da parte di quest'ultimo della piccola isola di Mbagne, situata in una zona potenzialmente ricca di petrolio. Nel gennaio 2004 i due Stati decisero di accettare l'intervento di mediazione delle Nazioni Unite per risolvere la disputa.